Berlusconi torna tra i grandi nel giorno del saluto a Kohl

A Strasburgo il leader di Forza Italia prega a mani giunte per l'ex cancelliere tedesco ai primi eurofunerali di Stato

Berlusconi torna tra i grandi nel giorno del saluto a Kohl

L'Europa unita offre il suo tributo a un gigante del dopoguerra e a un suo padre fondatore come Helmut Kohl. Lo fa organizzando i primi funerali di Stato mai tenuti dentro il Parlamento europeo di Strasburgo. La bara del Cancelliere arriva in mattinata dalla sua casa di Ludwigshafen, in Germania, coperta soltanto da una bandiera europea e viene messa in una camera ardente dove gli ospiti si fermano per un omaggio e un momento di raccoglimento. Da lì poi viene trasportata nell'emiciclo, dove solitamente si riuniscono gli eurodeputati in seduta plenaria, per la cerimonia.

I leader e gli ospiti arrivati al Parlamento vengono accolti dal presidente dell'eurocamera Antonio Tajani. All'ultimo saluto riservato all'architetto della riunificazione tedesca partecipano tra gli altri Bill Clinton, Theresa May, Angela Merkel, Emmanuel Macron, Dmitri Medvedev. Mancano, invece, sia il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni sia la rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini. Silvio Berlusconi - tra i pochi italiani presenti, insieme a Romano Prodi e Mario Monti - rende omaggio al leader tedesco, pregando a mani giunte davanti al feretro. Prima e dopo le esequie, stringe la mano a Tajani, scambia alcune parole con Clinton, si intrattiene con Benjamin Netanyahu, riceve il saluto di Angela Merkel e ha un lungo colloquio con Medvedev. Piccolo imbarazzo per la disposizione dei posti prevista dal cerimoniale. Al presidente di Forza Italia era stato assegnato il posto vicino Nicolas Sarkozy, ma il Cavaliere preferisce sedersi accanto a Sara Netanyahu, moglie del primo ministro israeliano. Tra gli europarlamentari italiani presenti Fulvio Martusciello ed Elisabetta Gardini. Inevitabile leggere la presenza di Berlusconi anche come un segnale di appartenenza alla famiglia del Ppe e di distanza dagli euroscettici.

«Per Kohl la riunificazione significava davvero, non un'Europa tedesca, bensì una Germania europea. La riunificazione della Germania e dell'Europa erano per lui - come per Adenauer - due facce della stessa medaglia» dice Antonio Tajani. «Era suo desiderio che il suo commiato si celebrasse qui, perché per lui non c'era contraddizione tra essere tedesco ed europeo», aggiunge il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. «Kohl personifica un'epoca. Mercato unico, abolizione dei controlli alle frontiere, moneta unica, apertura tra Est e Ovest: tutto questo è intimamente legato a lui», dice Angela Merkel. «Senza di lui la vita di milioni di tedeschi oltre il muro sarebbe stata diversa, e anche la mia. Se sono qui è grazie a lui. Lo ringrazio per l'opportunità che mi ha dato, e che abbiamo avuto come tedeschi ed europei». Medvedev sottolinea che Kohl «concepiva una Europa con uno spazio per la Russia».

Bill Clinton si muove sul filo dell'autoironia e del sentimento e ricorda i due pranzi con il cancelliere nel ristorante italiano Filomena di Washington. «Hillary diceva che amavo Kohl perché era l'unico ad avere più appetito di me, a tavola e in politica. Ha voluto creare un mondo in cui nessuno dominasse gli altri» aggiunge l'ex presidente degli Stati Uniti.

«Amava essere tedesco ed essere europeo, il XXI secolo in Europa è cominciato sotto la sua custodia e lui ci ha dato la possibilità di essere coinvolti in qualcosa di più grande di noi stessi, più grande delle nostre fugaci carriere, l'ho amato». La cerimonia si è conclusa con l'inno tedesco e l'inno alla gioia di Beethoven. Il feretro di Kohl è stato poi trasportato in Germania, nella cattedrale di Spira, per una cerimonia religiosa.

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