Bertolaso, appello agli alleati "Il centrodestra unito vince"

Il candidato di Forza Italia a Roma tende la mano a Marchini, Meloni e Storace: «Mettiamo da parte gli interessi personali e lavoriamo insieme». Ma si dice pronto a proseguire anche senza gli azzurri

Bertolaso, appello agli alleati "Il centrodestra unito vince"

È un Bertolaso versione bulldozer quello che ormai va in onda quotidianamente. Lancia appelli all'unità del centrodestra, gira in lungo e in largo la città, traccia le linee della sua spending review ma soprattutto insiste: «Io vado avanti comunque. Anche se si dovesse sfilare Forza Italia». Più chiaro ancora: «Mi sono appassionato ai problemi di Roma e sto immaginando le soluzioni». Dunque, se non ci fosse più l'appoggio di Berlusconi «andrei avanti con una lista civica; io non sono un politico e non voglio avere nulla a che fare con la politica che ha distrutto Roma in questi anni».

Ma quella della corsa solitaria è un'extrema ratio perché il sogno sarebbe quello di calamitare l'appoggio di tutto il centrodestra: «Uniti si vince al primo turno. Si tratta di mettere da parte gli interessi personali». Poi arrivano gli elogi agli altri competitor: «Storace è un valore aggiunto perché è esperto e conosce bene la città. Marchini è un tecnico che può portare competenze importanti. Sarebbe fantastico se riuscissimo a unirci tutti. E la Meloni è stata una di quelli che ha avallato la mia candidatura e ha detto che sarei un ottimo city manager. A parole c'è una grande disponibilità». Per ora, tuttavia, nessuno ha intenzione di fare passi o di lato. Marchini ribadisce che resta in campo mentre da Fratelli d'Italia continuano ad arrivare appelli affinché si converga tutti sulla Meloni. Ovviamente spalleggiati da Salvini che ripete: «L'unico candidato che può vincere a Roma si chiama Giorgia Meloni». Intanto Bertolaso continua il suo tour in città. Ieri è stata la volta del blitz all'ex ospedale Forlanini, un tempo un'eccellenza ma oggi travolto dall'incuria. Mister Emergenze confessa al Giornale: «È indecente: non ci hanno fatto entrare con le telecamere ma fanno entrare abusivi e spacciatori». Il Forlanini è un simbolo vergognoso della città: «L'ospedale è metafora di Roma: incuria, degrado e sciatteria. Una cosa che mi ha fatto male due volte: sia come medico sia come romano».

Bertolaso ricorda: «Questo era un centro di riferimento mondiale e ci lavorò come primario il professor Massimo Martelli: un luminare. Adesso anche il parco, con oltre 300 tipi di piante diverse e utilissime per curare la tubercolsi negli anni Trenta, è lasciato andare in modo indecente. Ho già parlato con il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e ha assicurato un piano di recupero». Già, ma le casse sono vuote. Anche, e soprattutto, quelle del Comune: «Lo so. Non guardiamo solo ai debiti, però. Guardiamo anche ai crediti: Roma ha almeno 3 miliardi di euro di crediti che non riesce ad incassare. E poi la spesa: accanto a strutture lasciate andare come il Forlanini il Comune spende un fiume di denaro pubblico per l'affitto di troppi immobili. Hanno gestito il patrimonio pubblico come se non fosse di nessuno. I partiti che hanno governato questa città dovrebbero chiedere scusa ai cittadini».

E proprio il profilo anti-politico» lo avvicinerebbe a Marchini sul quale dice: «Se lui è disponibile, io sono molto contento di poter andare avanti con lui, nel senso che io ovviamente mi candido a sindaco e lui ci dà una mano per quanto riguarda il programma e la determinazione comune di rimettere in piedi questa città, ridotta allo sbando». E Berlusconi? «Anche oggi mi ha assicurato un sostegno convinto e determinante».

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