Afghanistan in fiamme

Biden studia la rappresaglia. Ipotesi droni e forze speciali "Voglio morti i responsabili"

L'ordine al Pentagono e i dubbi dell'intelligence. Nuove accuse per le "kill list" degli afghani consegnate ai talebani.

Biden studia la rappresaglia. Ipotesi droni e forze speciali "Voglio morti i responsabili"

New York. «Il presidente Biden vuole morti i responsabili dell'attacco a Kabul». Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, in una conferenza stampa scolpisce la voglia di vendetta dell'inquilino della Casa Bianca: «Li troveremo e li uccideremo». La guerra più lunga dell'America si appresta a finire come è iniziata, con il paese che piange i morti di un attacco terroristico e un presidente indignato che giura di dare la caccia ai colpevoli. Ma ora è il momento della domanda più difficile della sua presidenza: come rispondere all'attacco che in Afghanistan ha causato la morte anche di 13 militari americani, il numero peggiore in termini di vittime dal 2011.

Il comandante in capo ha dato ordine al Pentagono di mettere a punto piani di attacco per colpire leader, asset e strutture dell'Isis-K, la «filiale» terroristica costituita dagli eredi del Califfato denominata Stato islamico della provincia del Khorasan. Tra le ipotesi al vaglio l'uso dei droni, con un'operazione simile a quella che ha portato all'eliminazione del comandante delle Forze Quds iraniane, Qasem Soleimani, oppure un blitz di terra. Gli esperti di antiterrorismo, tuttavia, si chiedono con quali risorse, di uomini e di intelligence: Biden dovrà decidere quanti uomini e armamenti devono essere spostati nella regione o se deve colpire immediatamente, mentre ci sono ancora le forze speciali all'aeroporto di Kabul, rischiando però di compromettere ulteriormente la sicurezza delle evacuazioni. «Probabilmente dovremo tornare in Afghanistan per catturare i colpevoli - ha detto alla Cnn l'ex segretario alla Difesa ed ex direttore della Cia Leon Panetta -. Possiamo lasciare il campo di battaglia, ma non possiamo abbandonare la guerra al terrorismo». Questo mentre il team per la sicurezza nazionale ha avvertito direttamente Biden - secondo la Cnn - che è probabile un altro attacco nella capitale. Ciò significa che i prossimi quattro giorni saranno tra i più intensi e pericolosi dell'intera guerra per le truppe statunitensi. Come ha fatto sapere il portavoce del Pentagono John Kirby, infatti, gli Usa stanno ancora pianificando di concludere la missione entro il 31 agosto. Intanto, a scatenare nuove critiche contro l'amministrazione Biden (anche da parte di democratici e funzionari militari di Washington), sono le rivelazioni di Politico secondo cui dei rappresentanti degli Stati Uniti a Kabul hanno consegnato ai talebani una lista con i nomi di americani, titolari di carta verde e afghani alleati per facilitare il loro accesso al perimetro esterno dell'aeroporto di Kabul. «Fondamentalmente hanno messo tutti quegli afghani in una kill list - ha commentato un dirigente del Pentagono. È semplicemente scioccante e spaventoso, ti fa sentire immorale». Il presidente, che ieri ha incontrato il premier israeliano Naftali Bennett al termine del quale c'è stato un colloquio con la stampa molto teso, ha detto di non essere sicuro dell'esistenza di questa lista, pur non negando che qualche volta gli Usa hanno consegnato ai talebani nomi di persone da evacuare. «Ci sono state occasioni in cui il nostro esercito ha contattato le controparti militari tra i talebani dicendo, per esempio: sta arrivando questo bus con x numero di persone, composto del seguente gruppo. Non posso dirvi con certezza che ci sia stata una lista, ma potrebbe benissimo essere successo».

Pur se l'intenzione era quella di accelerare le operazioni di evacuazione, la scelta ha scatenato indignazione anche alla luce delle nuove stime riportate dal New York Times, secondo cui nel paese rimangono almeno 250mila afghani che hanno lavorato per il governo americano, tantissimi dei quali non potranno lasciare Kabul entro l'inizio della settimana prossima.

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