Bloccati 120 milioni per le borse di studio

La Fedeli ammette: «I ministeri competenti non hanno attivato le procedure»

Bloccati 120 milioni per le borse di studio

Roma Centoventi milioni di euro sottratti agli studenti meritevoli e meno abbienti. E questo perché una legge approvata quattro anni fa non è mai stata attuata. Il motivo? Le istituzioni preposte ad occuparsene, tra le quali ci sono i ministeri di Giustizia, Interno, Economia e Istruzione, non riescono a fare i conti.

É questo il quadro sconcertante emerso grazie anche alla denuncia dell'Unione degli studenti, Udu, che ha segnalato la grave anomalia oggetto due giorni fa di un'interrogazione parlamentare presentata da Sinistra Italiana. Nel 2013 nel decreto Carrozza venne approvata una norma che prevede di destinare al Fis, il fondo per le borse di studio degli Atenei, il 3 per cento del valore dei beni confiscati alle mafie. Una cifra consistente. Ad esempio nel 2015 il valore dei beni confiscati alla criminalità corrispondeva a oltre 3,7 miliardi come reso noto dal Fondo Unico della Giustizia, Fug, che amministra i beni sequestrati. In particolare le somme sequestrate alle mafie corrispondevano a circa 600 milioni. Dunque nel 2015 avrebbero dovuto esserci almeno 20 milioni di euro in più per le borse di studio. Soldi mai arrivati a destinazione per 4 anni per un totale dunque di almeno 120 milioni di euro. É stata la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli a spiegare che «le vigenti disposizioni prevedono un complesso meccanismo contabile». Questi soldi vengono versati dall'Agenzia per l'amministrazione dei beni confiscati, Anbsc, controllata dal Viminale, al Fug, gestito da Equitalia Giustizia, che a sua volta deve inserire le somme in questione nel bilancio dello stato. Tocca poi al Ministero dell'Economia destinarle al Fis. Dalla complessità di questo sistema, ha spiegato la Fedeli, è derivato «un ritardo dell'integrazione del fondo». Non solo. Il ministro ha aggiunto il particolare che appare più grave. «A decorrere dall'anno di entrata in vigore della norma e per gli anni precedenti, nessuna delle amministrazioni interessate, ivi compreso il Ministero dell'Istruzione,che poteva avere un ruolo propositivo, - ha candidamente ammesso la Fedeli- si è resa parte attiva per un procedimento così complesso». Insomma i 4 ministeri coinvolti non si sono scomodati per sbloccare la situazione.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell'Udu giudica «agghiaccianti» i chiarimenti della Fedeli. «Il motivo per cui, dal 2014 a oggi i Fondi confiscati alla mafia non sono stati distribuiti è perché nessuna delle istituzioni e ministeri competenti si sono mossi per attuarla. -afferma la Marchetti- È una responsabilità grave, che la Ministra sembra infatti riconoscere, promettendo di sollecitare immediatamente l'attuazione della normativa al fine di far confluire i fondi all'interno del bilancio dello Stato del 2018».

Una grave negligenza in un paese che oltretutto continua ad essere l'ultimo Europa sul fronte dei finanziamenti per le borse di studio.

In media ne usufruisce solo il 9 per cento degli studenti, contro il 25 dei tedeschi, il 28 degli spagnoli e il 36 dei francesi. I finanziamenti persi , fanno notare gli studenti avrebbero potuto sovvenzionare almeno altre 10.000 borse di studio all'anno. Nel 2016 ne sono state assegnate 136.000.

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