Napoli - È una mela bacata, il «Centro Apple» di Napoli. Presentato in pompa magna da Renzi, nei mesi scorsi, e sbandierato da tutto il Pd campano come «segno tangibile» dell'attenzione del governo verso il Sud, si è via via dimostrato un bluff ad alto contenuto tecnologico (e propagandistico).
Inizialmente, il Minculpop del presidente del Consiglio aveva addirittura lasciato intendere che il colosso di Cupertino arrivasse all'ombra del Vesuvio per finanziare la nascita di una propria filiale europea con seicento assunzioni.
Nulla di più falso: come aveva già raccontato il Giornale, l'«iOs Devolper Academy» è in realtà un corso di formazione per studenti e laureati che vogliono imparare i linguaggi di programmazione per le App. Una sorta di master di secondo livello per cervelloni amanti degli smartphone, in pratica. Due giorni fa sono iniziate le prove per selezionare i corsisti e dureranno per tutta la settimana. Chi si aspettava file chilometriche e ressa come per l'uscita dei nuovi iPhone è rimasto, però, deluso.
Nelle aule della facoltà di Biotecnologie si sono presentati poco più di cento partecipanti sui primi 250 prenotati; in pratica, ha rinunciato a entrare nel fantastico mondo di Steve Jobs il cinquanta per cento degli esaminandi. In totale, dovrebbero essere oltre 4mila i candidati ma il forfait di massa dell'esordio rischia di trasformare tutto l'evento in un flop imbarazzante. Oltre il 70 per cento degli aspiranti programmatori è di origine campana, e pochi altri provengono dal resto d'Italia o da fuori confine. L'effetto della mela d'oro, dopo l'entusiasmo delle prime ore, è già svanito.
Gli organizzatori, per smorzare la delusione e nascondere le difficoltà, stanno dando la colpa all'elevata difficoltà dei test in inglese e alle conoscenze di base non proprio alla portata di tutti. Ma è più probabile che, a lasciare i ragazzi a casa, sia stata la delusione per una iniziativa che offre poche occasioni di sbocco occupazionale nell'immediato sul territorio nonostante, nel gennaio scorso, il «Centro Apple» fosse stato esibito dal premier, in duetto con il numero uno della multinazionale Tim Cook a Palazzo Chigi, come un'occasione irripetibile per puntare sul «capitale umano, sui talenti straordinari dei nostri ragazzi» perché «Napoli e il Mezzogiorno sono luoghi fantastici per formarsi e investire».
Ma se scarseggiano i concorrenti per i quiz, altrettanto non può dirsi di quelli che saranno chiamati in cattedra durante i nove mesi del corso. Dallo staff renziano, avevano giurato che, nella fase di reclutamento, non ci sarebbero stati favoritismi nei confronti dell'Università «Federico II», partner istituzionale dell'«iOs Devolper Academy». Invece come scrive il giornalista Claudio Silvestri sul quotidiano Il Roma hanno ottenuto i punteggi più alti in graduatoria i «pupilli» di due membri della commissione esaminatrice che provengono proprio dall'ateneo napoletano: Nadia Di Paola e Pietro Nunziante.
Degnissimi e preparatissimi studiosi, per carità; hanno entrambi rapporti di diretta collaborazione con i professori Roberto Vona e Mario Losasso. I quali sono appunto componenti del pool incaricato di vagliare i curriculum degli insegnanti. Curriculum nei quali si sono imbattuti, giocoforza, nei loro stessi nomi.
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