Bocciatura Ue sulla riduzione di Imu e Tasi

RomaLa Commissione Ue boccia Renzi e il suo proposito di abolizione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa. «Il Consiglio ha raccomandato che l'Italia sposti sugli immobili ed i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali», hanno fatto sapere fonti di Bruxelles precisando che, al momento, non vi sono orientamenti precisi in quanto solo quando le tabelle della legge di Stabilità saranno presentate all'esecutivo comunitario vi sarà un pronunciamento ufficiale.

Si tratta, dunque, di un caveat che pesa sul lavoro del presidente del Consiglio. L'Europa ha infatti ricordato al premier i punti cardine della lettera di raccomandazioni inviata a Palazzo Chigi nel maggio scorso. In primo luogo, quindi, il prelievo fiscale deve essere orientato verso patrimoni e consumi piuttosto che sul lavoro in modo da sostenere «i fattori produttivi dell'economia». In seconda istanza, Bruxelles ha sottolineato che «ci sono stati soltanto lenti progressi nella riforma del catasto, nell'ambito della quale si rende particolarmente necessaria una revisione dei valori catastali obsoleti». La Commissione ha messo il dito nella piaga della delega fiscale dalla quale è stata stralciata la parte relativa all'aggiornamento delle rendite, proprio per non raddoppiare o triplicare (se non quadruplicare) Imu e Tasi.

L'altro principio generale, hanno aggiunto le stesse fonti europee, è che «ogni riduzione delle imposte va comunque compensata con una riduzione stabile delle spese di uguale entità». Il diktat è chiarissimo: Renzi non può pensare di impostare la prossima manovra su un incremento del deficit (si era parlato di uno 0,5% se non addirittura di un 1% in più rispetto all'1,8% fissato per il 2016) perché «le regole della flessibilità del patto di Stabilità sono già applicate». Traduzione: non si può derogare dalla correzione strutturale del disavanzo che per l'anno prossimo prevede almeno uno 0,1 per cento di Pil.

Si è perciò subito smorzato l'entusiasmo per i dati positivi provenienti dalla revisione al rialzo del Pil nel secondo trimestre e dal calo della disoccupazione. Ieri pomeriggio Renzi e il ministro dell'Economia Padoan si sono incontrati per mettere a punto una prima road map della Legge di Stabilità. Date le condizioni di partenza, anche disinnescare la mina da 16 miliardi delle clausole di salvaguardia su Iva e accise (altra richiesta di Bruxelles) non sarà semplice senza un'adeguata spending review . Ecco perché Silvio Berlusconi ha fatto trapelare scetticismo sulle prossime mosse economiche del governo.

«Non mi sembrano grandi dati e mi stupisce che il governo esulti in questa maniera, non vorrei che tra qualche mese dovessimo commentare numeri di tutt'altro tenore», avrebbe detto il Cav. Per un balzo in avanti dell'economia, si ribadisce in Forza Italia, ci vorrebbe un vero e proprio choc fiscale, attuabile soltanto con la flat tax .

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