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Boldrini: "Dobbiamo essere tutti femministi, specie gli uomini"

Boldrini agli uomini: "Le discriminazioni delle donne, i femminicidi, non sono solo un nostro problema; sono anche un vostro problema"

Boldrini: "Dobbiamo essere tutti femministi, specie gli uomini"

"Le discriminazioni delle donne, i femminicidi, non sono solo un nostro problema; sono anche un vostro problema". Lo afferma la presidente della Camera Laura Boldrini in un'intervista al Corriere della Sera che chiede che "uomini e donne abbiano gli stessi diritti, tutti noi dobbiamo adoperarci e quindi dobbiamo essere tutti femministi", "soprattutto gli uomini". E rivolto ai violenti afferma: "Arrendetevi. Rassegnatevi. Non ci ridurrete a testa bassa. Noi e le nostre figlie non vi consegneremo la nostra libertà. Il male che fate vi si ritorcerà contro".

"Il femminicidio purtroppo non ha confini: tocca tutti i Paesi, a ogni latitudine. Per questo bisogna coinvolgere gli uomini. Devono farsi sentire, devono condannare la violenza, devono far vergognare i violenti. Ci deve essere lo stigma sociale su di loro: gli altri uomini devono isolarli. Invece a vergognarsi a volte sono le donne che subiscono la violenza. È un mondo al contrario. Per questo è essenziale far arrivare al più presto i finanziamenti ai centri antiviolenza e alle case rifugio. Strutture che per molte donne rappresentano la salvezza".

Quanto alle discriminazioni nel lavoro parlano i dati, dice Boldrini: "Solo il 47% delle italiane lavora. Al Sud la percentuale diminuisce drasticamente. Quando la donna lavora, a parità di qualifica, a volte - per non dire quasi sempre - guadagna di meno. Andiamo in senso contrario a quello che ci indicano le ricerche. Il Fondo monetario ha condotto un'indagine su 2 mila aziende europee: quando nei board ci sono le donne, il fatturato aumenta da 8 a 13 punti. In Italia solo il 21% delle aziende ha donne ai vertici. L'Italia perde il 15% di Pil potenziale perché non stimola l'occupazione femminile.

Come si fa a non capire che si deve puntare sulle donne per la ripresa? E non per le donne; per il bene delle aziende e del Paese".

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