Borsa, è panico sulle banche. "Colpa degli errori di Renzi"

La piazza di Milano recupera ma gli istituti di credito restano sotto attacco I trader: "Il decreto del governo ha scatenato la sfiducia nei risparmiatori"

Borsa, è panico sulle banche. "Colpa degli errori di Renzi"

Piazza Affari ieri ha recuperato l'1%, ma il rialzo è stato inferiore a quello delle altre piazze europee perché il settore bancario è stato nuovamente colpito dalle vendite. Monte dei Paschi ha aggiornato i minimi storici cedendo il 14,37% a 0,65 euro, dopo una raffica di sospensioni. Malissimo pure Carige (-11%) e gli altri istituti ai quali la Bce ha chiesto ampia informativa sulla gestione delle sofferenze tra i quali Banco (-6%) e Unicredit (-3%). Chi è stato risparmiato da Francoforte ha chiuso in rialzo come Mediobanca (+2%), Intesa e Mediolanum (+1%).Non sono servite a nulla le nuove precisazioni della Consob e della Bce sul fatto che i controlli da parte del Comitato di supervisione (che vigila sulle grandi banche europee) siano normale routine. Non è servito a nulla nemmeno la pubblicazione del bando di vendita delle quattro good bank salvate, cioè le «nuove» Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. Al mercato interessa poco sapere che le offerte per gli istituti tirati a lucido grazie al coinvolgimento degli obbligazionisti subordinati si debbano presentare entro lunedì prossimo 25 ottobre.Al mercato interessa sapere, soprattutto, che non si ripetano nuovi casi e che il sistema italiano del credito non venga messo in ginocchio a causa dell'intransigenza di Bruxelles. «Il ritardo nell'intervento potrebbe causare un nuovo caso-Grecia, abbandonata a se stessa quando il suo salvataggio sarebbe costato poche decine di miliardi di euro», spiega un importante banchiere aggiungendo che «il primo grande errore di Renzi è stato chiamare il decreto salva-banche e non salva-risparmiatori generando una crisi di fiducia che ha causato un calo della raccolta». Il collocamento di obbligazioni bancarie nel 2015 è, infatti, diminuito del 13 per cento.L'effetto-panico, osserva l'addetto ai lavori, sarebbe già riscontrabile perché «la gente ha smesso di consumare» e questo potrebbe tradursi in una drammatica recessione, visto il contesto internazionale. Non è un caso che lo shock delle due crisi del 2001 e del 2008 a oggi non sia stato riassorbito in termini di Pil, mentre le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale furono recuperate in meno di cinque anni. Il secondo errore del premier, appunto, consisterebbe nell'esser stato «inefficace nel trattare con l'Ue: pensava bastasse una lettera per salvare i quattro istituti e creare una bad bank». La mancanza di un «interlocutore» a Bruxelles, quella lamentata dal presidente della Commissione Juncker, ha prodotto un rigetto totale delle proposte italiane. Senza contare che anche in Italia c'è chi ha remato contro: come le banche estere che, in un primo momento, si sono opposte all'utilizzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi per finanziare il Fondo di risoluzione coinvolto nei quattro salvataggi.In ogni caso, conclude il banchiere, «la politica non è la sola responsabile del crollo dei titoli bancari in Borsa perché gli ordini di vendita più consistenti sono partiti dai grandi fondi internazionali». Ecco perché, in un sussulto di patriottismo, il principale impegno del mondo finanziario ed economico italiano in questo momento «mettere al sicuro le banche in bilico».

L'iniziativa dovrebbe riguardare, in primo luogo, Banca Popolare di Vicenza (ormai a un passo dalla trasformazione in Spa con successiva quotazione) e Veneto Banca. Non è escluso, però, che gli investitori «tricolore» si interessino anche al Monte dei Paschi di Siena.

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