Evoluzioni, acrobazie, poi improvvisamente lo schianto. Flavio Saccomanno, chirurgo estetico romano, settantuno anni, sabato pomeriggio è morto pilotando il suo aereo acrobatico con cui si stava esercitando nei cieli dell'altopiano dell'Alfina, al confine tra Umbria e Lazio, nei pressi di Orvieto.
Lo aveva fatto decine e decine di volte e era un esperto del volo. Anche sabato il professionista era partito dall'aviosuperficie di Castel Viscardo, in provincia di Terni, la struttura di cui era tra i soci proprietari. Era proprietario anche del veivolo, uno Zlin 50, un aereo acrobatico monomotore e monoposto ad ala bassa, con il quale in passato aveva partecipato anche a diverse gare di specialità.
Si tratta di uno tra i velivoli più affidabili per il volo acrobatico: i primi esemplari negli anni Settanta nell'allora Cecoslovacchio. Un aereo costoso, perché per acquistare anche solo un modello usato sono necessari circa settantamila euro.
I testimoni hanno raccontato che l'incidente si è verificato attorno alle 17,45. La gente ha visto il velivolo che prima compieva acrobazie nel cielo.
Poi senza un motivo evidente, è caduto in verticale. «Da quello che è stato riferito non ci sarebbe stato nessun tentativo di correzione della traiettoria», spiega l'ingegner Alfredo Pieraccini, presidente dell'aviosuperficie.
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