Camera, sospesi 66 deputati per gli scontri sulle riforme

La richiesta della seduta fiume aveva fatto scattare la bagarre con risse e le urla del M5S

Camera, sospesi 66 deputati  per gli scontri sulle riforme

La Boldrini emette la sentenza e dopo quasi tre mesi sospende 66 deputati per la rissa alla Camera durante l'iter di approvazione delle riforme costituzionali. Le sanzioni più pesanti le subiscono i grillini, che possono vantare 616 giorni di "pena" complessivi. Sono 59 infatti gli onorevoli del Movimento Cinque Stelle che non potranno partecipare alle sedute d'Aula nei prossimi mesi, chi per soli 3 giorni e chi anche per 24. «È il Pd che ci ha buttato fuori. È il Pd ad avere la maggioranza in quell'Ufficio di Presidenza della Camera che ha deliberato le espulsioni» accusa Danilo Toninelli dalla sua pagina Facebook. «Non prendetevela con la Boldrini», aggiunge. Anche se proprio contro la decisione della Presidente della Camera di concedere al Pd la seduta fiume i deputati grillini si erano scagliati con tanta veemenza da obbligarla a sospendere più volte la seduta. Tra i colpiti dalle sanzioni anche deputati di Sel, Pd e Lega.

I fatti. l'11 febbraio scorso il Parlamento si trovava a discutere la riforma costituzionale. Il clima era teso e le opposizioni sul piede di guerra. Dopo ore di discussione, ostruzionismo e tentativi di mediazione andate a vuoto il Pd, per voce dell'allora capogruppo Roberto Speranza, aveva chiesto la "seduta fiume" per evitare che le opposizioni potessero presentare nuovi subemendamenti all'apertura di una nuova seduta. Così era scoppiata la bagarre. I deputati grillini si sono lanciati contro la decisione della Boldrini di concedere quanto richiesto dallla maggioranza, urlando contro la Presidenza "onestà onestà" e accusando sia la Boldrini che la vicepresidente Marina Sereni di essere "schiave" del Pd.

Non solo. In quella lunga notte tra un emendamento e l'altro era successo di tutto. Carlo Sibilia, il deputato grillino che dovrà scontare 24 giorni di sospensione, da dietro le spalle della Sereni e a favor di telecamere, si era reso protagonista di un siparietto poco edificante: sbattendo il dito contro la tempia, Sibilia aveva fatto segno di considerare la Sereni «matta». Poi la rissa tra i deputati del Nuovo Centrodestra e della Lega. Sergio Pizzolante aveva provocato i colleghi leghisti additando le proteste della minoranza come «speculazioni di bassa "Lega"», frase che aveva fatto scattare in piedi Roberto Simonetti e fatto nascere un corpo a corpo tra Ncd e Lega durato più di dieci minuti. E ancora, la lite tra gli onorevoli di Sel e del Partito Democratico. Mentre Arturo Scotto esponeva le sue motivazioni contro la suduta fiume, i colleghi di gruppo venivano alle mani con i deputati della maggioranza. Nella mischia erano voltati schiaffi con deputati vendoliani saliti in piedi sui banchi per cercare di raggiungere gli avversari politici per lo scontro fisico. Il bollettino medico della giornata parlava di una spalla lussata e una mano ferita.

Stefano Dambruoso (Sc), questore dell’Assemblea, quel giorno ha guardato con attenzione dal basso lo spettacolo messo in scena dai colleghi per poter aiutare la presidente Boldrini nella decisione presa finalmente ieri:

sospensione di massa di chi si era reso protagonista delle risse in Aula. Allontanamenti che saranno resi operativi da oggi e a più riprese fino al 25 giugno.

C'è da scommettere che fino al allora non mancheranno le polemiche.

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