Quel cane solo e affamato che si è gettato nel vuoto

Anche le bestiole, per stress pesanti, possono superare l'istinto di sopravvivenza e giungere alla scelta estrema

Quel cane solo e affamato che si è gettato nel vuoto

Il video mostra immagini emozionanti, se non addirittura scioccanti, anche per chi, nella sua lunga carriera professionale, ha visto ormai di tutto. Mi riferisco alla sequenza che immortala un cane, privo di cibo e acqua su un torrido balcone, che decide di lasciarsi andare nel vuoto verso una morte certa. L'episodio è accaduto in Spagna, ma potrebbe trattarsi di una qualunque città del Sud Europa. Scrivo così, non per un malcelato razzismo, ma perché questa è la realtà dei fatti.

Quando si tratta di randagismo, cani abbandonati a causa delle ferie e maltrattamenti di vario tipo, difficilmente questi fenomeni si possono verificare in Norvegia, Olanda o Svezia, ma la triste palma di questi «sport» è troppo spesso detenuta da nazioni come Spagna, Portogallo, Grecia e naturalmente Italia. Questa volta siamo in una località imprecisata della Spagna e il telefonino filma la drammatica sequenza di un cane che, saltato sul cordolo del balcone, si appoggia con le zampe al muro e si sentono chiaramente i suoi lamenti di angoscia nel dover fare una scelta. Da una parte, lasciarsi andare nel vuoto, sconfiggendo l'innato e atavico istinto di sopravvivenza che lo obbligherebbe a conservare la vita. Dall'altra la consapevolezza di un patire ormai divenuto indicibile: la sete, la fame e soprattutto il caldo torrido di questi giorni, esaltato dalla muratura di un balcone angusto che aggrava, ancora di più, l'insopportabile calura di questo rovente spicchio d'estate.

La scena del cane e i suoi mugolii d'angoscia, per fortuna richiamano i vicini di casa che, con encomiabile prontezza e intelligenza, stendono una spessa e grande tenda sotto il balcone, nel punto in cui il cane potrebbe atterrare se decide di gettarsi nel vuoto. E così accade. Il meticcio di «lupetto» non sembra scivolare, ma si ha l'impressione, guardando le immagini, che si lasci andare sfinito e disperato verso la morte certa. Non può sapere che la coperta, opportunamente posizionata dai vicini, gli salverà la vita, concedendo a una gran brutta storia, un finale che strappa l'applauso della gente sul posto (e il nostro) per il lieto fine.

Quel che poco che sappiamo di questa vicenda riguarda un «signore» che ha pensato bene, dovendo recarsi in ferie, di lasciare il suo cane senza acqua, né cibo, su un balcone dove il sole impietoso martella per buona parte del giorno. Qualcuno penserà che al mondo ci sono crimini e tragedie peggiori, ma io penso che il peggio sia un pozzo senza fondo e chi commette prodezze di questo tipo non è certamente un animo sensibile e incline alla solidarietà con il suo prossimo. È un criminale. Punto. Quanto al cane che ha preferito lasciarsi andare da quella ringhiera, ignorando l'istinto di sopravvivenza, questo comporta l'ennesima riflessione sugli animali e il suicidio.

Questa drammatica scelta è considerata esclusiva di pochissime specie che hanno coscienza di se stessi: uomo, delfini, primati, elefanti e forse alcuni pappagalli. In realtà, a causa di drammatici stress (come in questo caso) gli animali possono giungere alla scelta estrema, superando quell'istinto che li dovrebbe tenere, in ogni modo, attaccati alla vita.

Ho visto decine di cani lasciarsi morire d'inedia dopo la scomparsa del loro anziano padrone (e viceversa). Non so se corrisponde ai «canoni» del suicidio, ma fare accademia, in questi casi, serve a ben poco. Per fortuna stavolta domina il sentimento, quello buono, quello di cui l'uomo è ancora capace. Se vuole.

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