Il caos inglese fa paura: sempre più italiani vogliono restare nella Ue

In un solo mese la percentuale di favorevoli alla permanenza in Europa è passata dal 62 al 67%

Il caos inglese fa paura: sempre più italiani vogliono restare nella Ue

E se si fosse votato in Italia per l'«Itexit»? I nostri concittadini avrebbero scelto di uscire dall'Unione Europea, come hanno fatto gli inglesi, o invece di restare? La risposta è tutt'altro che scontata. Occorre ricordare infatti che, come abbiamo già sottolineato in passato su queste colonne, la fiducia degli italiani nei confronti dell'Ue ha continuato a scendere in questi anni e si è attestata oggi su livelli bassissimi. Ancora venerdì scorso sono stati pubblicati gli esiti di un sondaggio Demos, che mostra come in questo momento solo un terzo degli italiani abbia fiducia nelle istituzioni europee: un dato, osservano Roberto Biorcio e Fabio Bordignon, commentando i risultati della ricerca, «in risalita dopo lo shock Brexit, ma comunque basso».

E c'è appunto l'«effetto Brexit». Ci si può domandare se l'uscita dei britannici dall'Unione abbia sollecitato le pulsioni separatiste anche nel nostro Paese oppure, viceversa, abbia in qualche modo sollecitato la volontà di restare uniti ai restanti partner europei. I risultati di un recentissimo sondaggio (condotto mercoledì scorso dall'Istituto Eumetra Monterosa, su di un campione di cittadini al di sopra dei 17 anni) suggeriscono il verificarsi di questa seconda ipotesi.

Si è anzitutto chiesto agli intervistati se auspicassero o meno l'effettuazione anche in Italia di una consultazione simile a quella britannica. È emerso come la netta maggioranza (65%) degli intervistati si dichiari contraria alla realizzazione di un referendum del genere anche in Italia. È una percentuale di quasi dieci punti superiore a quella rilevata (56%) ponendo lo stesso quesito il maggio scorso, prima della Brexit. Appaiono un po' più favorevoli alla possibilità di una consultazione i più giovani sotto i 35 anni: tra costoro quasi la metà, il 48%, vorrebbe il referendum. E lo sono anche, ovviamente, gli elettori del Movimento Cinque Stelle: ma, pure tra questi ultimi, la gran parte (58%) si pronuncia contro l'eventualità di una consultazione. Solo tra i votanti per la Lega Nord si riscontra una maggioranza piuttosto contenuta (55%) di favorevoli.

Ma, al di là dell'auspicio che si svolga o meno, se la consultazione sulla permanenza nell'Unione Europea fosse davvero indetta, come si pronuncerebbero gli italiani? Occorre precisare al riguardo che le risposte date «a freddo» possono poi variare di molto nel caso di una consultazione «vera». Ciò nonostante, il risultato del sondaggio è molto indicativo: più di due terzi (67%) degli italiani intervistati si schierano per la permanenza nell'Unione Europea. Confrontando le risposte odierne con quelle date all'analogo quesito posto un mese fa, emerge un significativo accrescimento (+6%) delle opzioni che manifestano il diffuso desiderio degli italiani di restare in Europa. Diminuisce (-2%) il numero di quanti voterebbero per un'uscita dall'Europa e, specialmente, si attenua (-3%) la quantità degli indecisi. Si tratta, con tutta evidenza, di un altro segnale dell'«effetto Brexit».

Emerge però comunque dalla ricerca condotta da Eumetra Monterosa l'esistenza di una quota significativa di rispondenti (25%, analoga a quanto rilevato dal già citato sondaggio Demos, ma in diminuzione di due punti rispetto a quanto si era riscontrato in maggio) che, viceversa, auspica l'abbandono dalla Ue e voterebbe in questo senso. Tra costoro si trova, ancora una volta, una accentuazione (33%) tra i più giovani e tra i residenti nel Nordest. Inoltre, anche in Italia, l'intenzione di voto per l'uscita dalla Ue appare relativamente più diffusa tra i ceti sociali più deboli (specialmente operai e disoccupati): gli stessi che in Gran Bretagna si sono schierati più massicciamente per il leave. Sul piano dell'orientamento politico, gli elettori di tutti i partiti dichiarano in maggioranza che voterebbero per rimanere in Europa. In misura più intensa alcuni, come quelli del Pd (83%), e in modo meno accentuato altri, come quelli del Movimento Cinque Stelle: anche tra questi ultimi, comunque, la gran parte (62%) opta per il remain. Fanno eccezione solo i votanti per la Lega Nord: è questo l'unico partito in cui la maggioranza relativa (42%) degli elettori si dichiara favorevole all'uscita dell'Italia dalla Ue. Ma anche in questa forza politica risultano diminuiti, rispetto alla rilevazione del mese scorso, coloro che auspicano l'«Itexit» e si sono di converso molto accresciuti gli indecisi che risultano qui significativamente più diffusi che altrove (24%). Anche tra i leghisti si riscontra quindi l'«effetto Brexit», ciò che può essere forse interpretato come un segnale dell'esistenza di qualche perplessità nell'aderire alla linea separatista assunta dal segretario del loro partito.

Nell'insieme, dunque, l'esempio e i drammi della vicenda inglese ci spingono ad auspicare ancora più che in passato la permanenza nella Ue.

Anche se, come si è detto, quest'ultima, così come è ora, non ci piace proprio. Gli italiani vogliono rimanere nell'Europa unita, ma, al tempo stesso, vogliono che essa cambi radicalmente. Favorendo di più i nostri interessi nazionali, specie dal punto vista economico.

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