La Firenze nardelliana è rossa di vergogna. Dodici le persone arrestate nell'inchiesta Free parking con cui la procura e la polizia municipale hanno smantellato una banda di parcheggiatori abusivi e i loro presunti «alleati» all'interno della Sas, (Servizi alla Strada spa), la società interamente partecipata dal Comune di Firenze che gestisce il controllo della sosta nei parcheggi pubblici a pagamento (compresi gli ospedali). Tra i reati ipotizzati associazione per delinquere, truffa, estorsione, assenteismo dal lavoro, corruzione elettorale, ricettazione, usura, abuso d'ufficio. Tutto nasce dai graffi che alcuni cittadini hanno trovato sulle loro auto come ritorsione dei parcheggiatori abusivi per non aver offerto soldi (anche 50 euro al giorno) in cambio di «protezione» alle macchine. Da lì l'indagine che scopre come ausiliari del traffico e parcheggiatori abusivi si fossero coalizzati per spartirsi il denaro.
Ma la cosa che ha creato non poco imbarazzo al sindaco di Firenze Dario Nardella (che ha anche impedito il dibattito in aula) è il fatto che al centro dell'inchiesta compare un suo uomo di fiducia. Jacopo Vicini, 33 anni, funzionario comunale che fa parte dell'ufficio segreteria del primo cittadino e ne cura le relazioni politico-istituzionali. Vicini è stato perquisito in quanto indagato ma non è sottoposto, per adesso, a misure cautelari.
Secondo l'accusa, il braccio destro di Nardella avrebbe promesso a Nicola Raimondo, 49 anni, capo dei «vigilini» della Sas finito in manette, due biglietti, introvabili, per il concerto dei Thegiornalisti di cui è un fan sfegatato, in cambio di quattro voti, il suo e quello di tre familiari. Il fatto risalirebbe al 23 ottobre 2018 quando Vicini era candidato in una delle liste collegate al Pd. Raimondo si sarebbe anche assentato dal lavoro per intere giornate dopo aver timbrato il cartellino presenze, e avrebbe stracciato diverse multe per fare favori ad amici e conoscenti.
E non è neppure la prima volta che Vicini
si trova invischiato in grane giudiziarie. Quando lavorava negli uffici dell'Assessorato allo sport, venne indagato nell'inchiesta «Piscinopoli» per presunti favori nell'assegnazione della gestione di due piscine comunali.
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