Cronache

Caos in piazza San Carlo Dieci anni di carcere ai quattro magrebini

Per rapina provocarono 2 morti e 1.692 feriti con lo spray urticante. Le vittime: non è giustizia

Caos in piazza San Carlo Dieci anni di carcere ai quattro magrebini

Torino Sono stati condannati ad oltre dieci anni di carcere, i quattro ragazzi di origini magrebine che hanno scatenato il panico in piazza San Carlo a Torino la sera del 3 giugno 2017, spruzzando spray urticante tra la folla a scopo di rapina, durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. I componenti di quella che è stata definita la «gang del peperoncino», sono stati accusati di omicidio preterintenzionale, lesioni, rapina e furto.

Al termine del rito abbreviato, il giudice dell'udienza preliminare ha inflitto 10 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione a Sohaib Bouimadaghen - soprannominato «Budino» - a Hamza Belghazi e a Mohammed Machmachi, di 21, 20 e 21 anni; per Aymene El Sahibi, 22 anni, la pena è di 10 anni, 3 mesi e 24 giorni. Una condanna più lieve quella inflitta ad El Sahibi perché non ha partecipato ai furti. I pubblici ministeri Paolo Scafi e Roberto Sparagna avevano chiesto tre condanne a 14 anni e 20 giorni di reclusione e una quarta a 14 anni e 8 giorni di reclusione. I quattro imputati, difesi dagli avvocati Basilio Foti, Laura Cargnino e Antonio Testa, sono in carcere dall'aprile dell'anno scorso e durante la sentenza è stata anche rinnovata l'ordinanza di custodia cautelare che sarebbe scaduta a breve. Restano dunque in cella in attesa del processo d'appello come richiesto dai pubblici ministeri. Sotto accusa per gli stessi fatti anche un quinto complice, all'epoca minorenne, per il quale procede il tribunale dei minori che sta valutando la richiesta di messa alla prova avanzata dal suo legale, Raffaele Folino. «Mi aspettavo qualcosa di diverso e di meglio e rimango convinto della nostra ricostruzione dei fatti: non ci fu la rapina all'origine della tragedia». Ha detto l'avvocato Basilio Foti commenta la condanna. «Leggeremo le motivazioni e - aggiunge - faremo appello. Questa non è giustizia».

Intanto è ancora in corso l'udienza preliminare per i quindici amministratori - dal sindaco Chiata Appendino, all'ex questore, agli organizzatori dell'evento - che sono accusati di lesioni, omicidio e disastro colposo. Per quel filone processuale i tempi saranno molto più lunghi visto che è in corso una trattativa tra le parti lese e le compagnie assicuratrici del Comune e dell'ente Turismo Torino per il risarcimento dei danni. Quella sera in piazza ci furono 1.672 feriti e, in seguito ai traumi riportati, morì dopo diversi giorni di coma Erika Pioletti, 38 anni di Domodossola, in Piemonte, travolta dalla folla di piazza San Carlo, in preda al panico per un possibile attentato. Le sue condizioni erano parse subito disperate ed infatti la donna non ha mai ripreso conoscenza: il suo «codice rosso» era stato definito già in quelle prime ore il più grave dei pazienti ricoverati in città e provincia torinese.

Rimase invece paralizzata Marisa Amato, la donna che, mentre passeggiava con il marito nei pressi della piazza, venne buttata a terra dalle persone che scappavano, poi morta a gennaio di quest'anno. Le indagini sono ancora in corso per stabilire responsabilità anche nei soccorsi della sessantacinquenne.

Amaro il commento di suo fratello Francesco su Facebook: «Tra un anno saranno fuori».

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