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Cara Ely, di giorno facciamo finta di niente Ma di notte amiamoci

La risposta di Stefano Zecchi

In una lunga ricerca di archivio, lo storico inglese Samuel Huddingrei ha trovato queste lettere di Edward Courtenay a Elisabetta I, la futura regina d'Inghilterra. La prima col sigillo ufficiale dei conti di Devon, la seconda, chiaramente segreta, consegnata a Elisabetta da mani fidate.

Milady, la vostra lettera è lo specchio della vostra nobiltà d'animo, e la premura così affettuosa per le sorti della mia carriera politica mi fa ancor più credere quanto mi sarebbe d'aiuto avervi al mio fianco. Il destino mi riserva una sorte dolorosa: decidere tra il vostro amore e il Regno. Voi siete prodiga di buoni consigli, le vostre parole sono colme di saggezza, ma tra le righe della vostra lettera m'illudo di cogliere qualche perplessità su ciò che voi dite sia il mio vero interesse. Sinceramente pensate che le mie decisioni debbano di necessità entrare in conflitto con il mio cuore? Siete nel giusto quando osservate che spesso l'amore acceca la ragione, ma voi sapete bene che, affidandosi ai calcoli per quanto esatti della ragione, la conseguenza certa è l'infelicità. Ha senso vivere infelici ma con gli onori di un'alta carica politica? Può rispondere in modo affermativo chi non sa cosa sia un grande amore: chi invece ha avuto il dono di incontrarlo, se lo perdesse per seguire la convenienza politica, verrebbe segnato negativamente per tutta la vita. Spero, Milady, che non siate voi, piuttosto, a temere che il mio amore per voi possa nuocervi: scusate se con franchezza vi esprimo questo pensiero, non un sospetto, perché con quella lucida razionalità che voi evocate, posso supporre che la conoscenza pubblica di una nostra relazione nuoccia molto più a voi che a me. Dimenticate l'ostilità che ha per voi la vostra sorellastra Maria Tudor? Ma noi, Milady, dobbiamo parlarci, non lasciare che sospetti, insinuazioni offuschino il nostro cielo azzurro. Il vostro devoto Edward.

Mia cara Ely, incontriamoci fra tre giorni, al calar della notte, quando il cielo è senza luna, nel casale del bosco che voi ben conoscete. Lì ci ameremo con tutta la passione che ho trattenuto in questo lungo tempo lontano da voi e che esploderà in un fremito della carne appena vi avrò nuda tra le mie braccia. In pubblico possiamo fingere la reciproca indifferenza, perfino una certa ostilità: basta essere accorti e non dovremmo rinunciare a niente, né ai vantaggi della vita di corte, che la vostra odiosa sorellastra Maria vorrebbe negarci, né al nostro travolgente erotismo. Sapete che dicono di voi? Che siete vergine. Bene, lasciate che pensino così! Tutti ignorano quale veemenza erotica sprigionate dalle vostre membra, quale irrefrenabile passione sapete infondere in chi vi tiene stretta al suo corpo. Cara Ely, è da sciocchi rinunciare sia al nostro travolgente amore, che appaga la voluttà della carne e la dolcezza del cuore, sia agli onori che può offrirci il regno d'Inghilterra.

Basta un po' di astuzia e qualche bugia: voi sapete come usare sia l'una che l'altra. A prestissimo, il vostro appassionato Edward.

P.S. Non temete: il latore della presente è persona di assoluta fiducia, a cui voi stessa potete ricorrere.

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