Il Carnevale della sinistra inesistente

La grottesca storia del Pd e della sua scissione ha almeno questo risvolto positivo: elimina, una volta e per tutte, la teologica questione della natura della sinistra. È la sinistra un frigo vuoto con una foglia di prezzemolo appassita, o una teoria economica? La risposta è: né l'uno né l'altra.

La sinistra è una presuntuosa simulazione di sentimenti, un'accozzaglia di memorie posticce e canzoni orecchiate, un imbroglio per illusionisti come Pier Luigi Bersani con le sue banalità tardo-agricole e Michele Emiliano che spurga con fierezza sentimenti prefabbricati. Purtroppo, questa gente che finge di sbranarsi per gli alti ideali ha mantenuto i contatti soltanto con quelle protesi glutee che sono le poltrone.

Molti italiani avevano accettato Renzi perché dava l'idea di uno che promette qualcosa di pratico, ormai stufa degli ideologismi da cabaret. Renzi però è andato a sbattere strafatto di autostima ipertrofica e così è subito ripartita la carica di quelli che non sanno nemmeno spiegare che cosa voglia dire essere di sinistra, salvo ripetere il bla-bla-bla sempre uguale di tutte le scissioni che decompongono da un secolo la politica italiana.

Matteo Renzi è andato a fare un corso di recupero in California e in Florida, buon pro gli faccia. Ma agli italiani rimasti in Italia resta soltanto il carnevale della sinistra inesistente con le sue chiacchiere fritte e rifritte, lattughe, frappe o come le chiamano dalle vostre parti.

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