Casa a 20 euro al mese con vista sul Cupolone. È il ritorno di Affittopoli

Gli appartamenti del Comune assegnati a prezzi stracciati. E ora gli inquilini possono acquistare con il 30% di sconto

Roma, vista sul Cupolone
Roma, vista sul Cupolone

Era il 1995 quando a Roma scoppiava Affittopoli, lo scandalo degli affitti di favore portato alla luce da un'inchiesta de il Giornale , che aveva scoperto inquilini vip, alcuni dei quali costretti a traslocare. Da allora, oltre all'indignazione popolare e a indagini penali senza esito, poco o nulla è cambiato. Basta scorrere gli elenchi del patrimonio immobiliare del Comune di Roma per rendersene conto: ci sono sempre i soliti appartamenti di pregio, molti dei quali in alcune delle zone più esclusive della Capitale, come quelli con vista sul Colosseo, affittati a canoni davvero irrisori a fortunati inquilini che ora avranno anche la possibilità di acquistare le case dove abitano - se non «di pregio» - con uno sconto del 30 per cento.

La delibera che lo consentirà è stata già approvata e presto sarà votata dall'assemblea comunale con l'obiettivo di vendere, o meglio di svendere, gli immobili entro il 2015. Chi non sarà nelle condizioni di comprare potrà comunque restare inquilino del Comune e continuare a pagare affitti ridicoli, come quelli versati dagli occupanti di una palazzina a Largo Corrado Ricci, che per svegliarsi tutti i giorni sui Fori pagano non più di 500 euro. All'anno, non al mese. O come l'inquilino di via del Crocefisso 3, che per i suoi 75,47 metri quadri in zona San Pietro paga meno di 20 euro al mese. In via dei Cappellari, a Campo de' i Fiori, c'è chi se la cava sborsando 915 euro l'anno per 60 metri quadri, mentre in via Paola, storica via nel cuore di Roma, si vive in 105 metri quadri pagando soltanto 168 euro al mese. Certo gli edifici sono vecchi e spesso malconci. A questi prezzi la manutenzione il Comune non la fa, creando anche un certo disappunto tra gli inquilini che invece la pretenderebbero, quasi non rendendosi conto del privilegio di cui godono o più probabilmente fingendo di non rendersene conto per convenienza. Certo è che così facendo il Campidoglio lascia andare in malora un patrimonio di inestimabile valore che potrebbe essere riqualificato e rendere davvero. Altro che svendita.

Invece il Comune è rimasto ancorato a metodi arcaici per la determinazione delle rendite catastali e non fa nulla per mettere a reddito i suoi beni, che negli anni gli inquilini si sono passati di mano in mano senza che nessuno si sia mai preso la briga di adeguare loro gli affitti, e che spesso sono serviti per soddisfare favori e piazzare l'amico di turno. Canoni incredibilmente bassi che talvolta non vengono neppure riscossi, visto che ci sono moltissimi casi in cui gli inquilini l'affitto non lo pagano proprio e il Comune non è capace di sfrattarli. Anche quando gli occupanti abitano le case senza averne titolo sembra sia impossibile cacciarli via.

Tra chi potrebbe beneficiare del trattamento di favore del Campidoglio, acquistando un immobile con il diritto di prelazione e lo sconto, c'è anche Salvatore Buzzi, il braccio destro di Massimo Carminati, in carcere per Mafia Capitale. Nell'elenco del patrimonio che sta per essere messo sul mercato c'è infatti anche la sede della Cooperativa 29 Giugno, in via Pomona: mille metri quadrati al coperto e 2.500 scoperti che lo scorso ottobre il Campidoglio aveva «riaffittato» a Buzzi per sei mesi a un canone ridicolo, meno di 15mila euro l'anno contro un valore di affitto stimato pari quasi a 74mila euro annui. Anche se l'assessore al patrimonio Alessandra Cattoi esclude che la coop di Buzzi possa accampare diritti. «Potrà accedere all'acquisto soltanto tramite procedura a evidenza pubblica», garantisce.

L'opposizione in Campidoglio è sul piede di guerra.

«A chi ha vissuto per anni nelle case del Comune nel centro di Roma pagando un affitto ridicolo, dovremmo chiedere gli arretrati e non svendergli i nostri gioielli di famiglia con il 30 per cento di sconto e con la possibilità di regolarizzare la mancanza di titolo o la morosità. La delibera di Marino è immorale, perché premia i furbetti che per anni hanno beneficiato di affitti stracciati», sostiene Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini.

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