Caso Cucchi, telefonata inguaia un carabiniere

Durante una lite la moglie gli urla: «Ha raccontato del pestaggio a quel drogato...»

Tiziana PaolocciUn altro tassello nel puzzle della Procura, che tenta di ricomporre la morte di Stefano Cucchi. Nella nuova inchiesta è stato messo agli atti un audio di una lite telefonica tra Raffaele D'Alessandro, uno dei carabinieri indagati per il pestaggio del geometra, e l'ex moglie Anna Carino.La donna aveva già raccontato al pm che il militare le aveva confessato delle violenze subite dal geometra, arrestato per possesso di droga il 15 ottobre 2009 e morto dopo una settimana al Pertini. Il 26 settembre gli ex coniugi avevano già discusso, via sms, per il mantenimento dei figli. Poi, la lite era continuata per telefono, come dimostra un audio pubblicato sul sito del Corriere della Sera. «Prima o poi dovrai cacciare la tua parte... cosa che fino ad adesso sta a provvedè qualcun altro! - tuona Anna Carino nei confronti dell'ex -. Poi ti lamenti che non li vedi per via della partita la domenica e il catechismo!! Ma sii contento che fanno ste cose e so felici... preoccupati di più che non li vedi se t'arrestano!!». Dopo qualche secondo, però, la situazione degenera. D'Alessandro dice che non aver mai fatto nulla per essere arrestato, ma lei incalza ricordandogli che era stato lui a raccontare a tutti «di quanto vi eravate divertiti a picchiare quel drogato di merda». Il carabiniere, subito dopo aver messo giù la cornetta e convinto di avere il telefono sotto controllo, chiama altre persone, raccontando di quella discussione e spiegando ai suoi interlocutori che a donna diceva quelle cose «solo per istigarlo e per ottenere più soldi». Ma Anna Carino, ascoltata dagli inquirenti, ha confermato anche in seguito la stessa versione, dicendo che il carabiniere le aveva ripetutamente parlato dell'arresto del geometra e delle violenze che gli erano state inferte. «Mi disse - ha ribadito - che, la notte dell'arresto, Stefano Cucchi era stato pestato da lui e da altri colleghi della Stazione di Appia di cui non mi ha mai fatto il nome».

L'avvocato della famiglia della vittima, il legale Fabio Anselmo, parla di intercettazione agghiacciante. «È la prova inoppugnabile del pestaggio - dichiara -. Un quadro probatorio non scalfibile. Sono passati 6 anni, è ora che tutti parlino. Sospettiamo ci siano altri filoni di indagine aperti».

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