Caso P3, Verdini a processo E Forza Italia fa quadrato

È stato in stand by per quasi un anno. E ormai era una storia quasi dimenticata. E invece, mentre il dibattito sulle riforme è in primo piano, ecco che il caso P3, la storia della presunta associazione segreta sorta per condizionare gli organi dello Stato, si risveglia. E arriva una mazzata per Forza Italia, visto che a essere rinviato a giudizio è l'ex coordinatore del Pdl, ora senatore azzurro, Denis Verdini. Il sì al processo, con l'accusa di corruzione, è arrivato ieri dal gup di Roma. Con Verdini va a giudizio anche l'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, accusato invece di diffamazione e violenza privata. Stralciata invece la posizione dell'ex senatore Marcello Dell'Utri, in carcere a Parma: per lui se ne riparlerà il 3 dicembre, in attesa che arrivi il via libera all'estradizione dal Libano.

Questo processo, che comincerà a febbraio, è un filone a parte del procedimento principale sulla P3, che vede imputate 17 persone, tra cui l'uomo d'affari Flavio Carboni, il giudice tributario Pasquale Lombardi e l'ex primo presidente della Cassazione Vincenzo Carboni. A Verdini viene contestata la corruzione per i suoi rapporti con Carboni, nel filone d'indagine che riguarda il business dell'eolico in Sardegna. A Cosentino invece si contesta la diffusione di notizie false sull'allora candidato Pdl, ora governatore della Campania, Stefano Caldoro, per spingerlo a rinunciare alla corsa a governatore. Il tutto inquadrato nella P3, presunta associazione segreta nata per «condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonché apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali».

Amareggiato Verdini: «Sono un perseguitato», avrebbe confidato ai suoi. E all'insegna della solidarietà sono le reazioni dal fronte Forza Italia, che compatta si schiera a fianco del suo ex coordinatore. Persino l'europarlamentare Raffaele Fitto, con cui ci sono state fibrillazioni, interviene con una nota: «Al di là ogni considerazione politica, esprimo solidarietà e vicinanza a Verdini. Tutti, amici e avversari, dovrebbero sempre ricordare il principio della presunzione di innocenza». Tutti compatti, gli azzurri. Il consigliere politico di Berlusconi Giovanni Toti si dice certo, su Twitter, che «le accuse si dimostreranno l'ennesima montatura». Il capogruppo al Senato Paolo Romani parla di «grottesche vicende giudiziarie», il capogruppo alla Camera Renato Brunetta avverte: «Se qualcuno pensa di rimettere in moto la macchina della persecuzione mediatico-giudiziaria per minare il percorso di riforme istituzionali si sbaglia». La vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini parla di «rinvio a giudizio che ha molto a che fare con la sua intensa attività politica».

E la deputata Daniela Santanchè: «La vera associazione segreta è quella che da vent'anni a questa parte puntualmente fa irrompere la magistratura nelle vicende politiche italiane». Solidale anche l'Ncd, Fabrizio Cicchitto: «Con Verdini ho un profondo dissenso politico da almeno due anni. Ciò non toglie che in Italia valga la presunzione di innocenza».

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