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Un caso di trombosi ogni 600mila dosi: è allarme in Europa Sì ad AstraZeneca solo per gli over 60

Un caso di trombosi ogni 600mila dosi: è allarme in Europa Sì ad AstraZeneca solo per gli over 60

I numeri continuano a crescere. Ieri erano 61 le trombosi venose cerebrali segnalate ufficialmente all'Ema dai Paesi europei dopo le somministrazioni del vaccino AstraZeneca. E in più della metà dei casi è stata colpita la fascia di età tra i 18 e i 49 anni. Ma i numeri sono destinati ad aumentare con il passare delle ore. Segnalazioni piovono da Germania, Olanda, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Spagna, Francia. Nuovi numeri sono arrivati anche dall'Inghilterra che ha corretto al rialzo i dati sottostimati in precedenza. L'altro ieri ha segnalato 30 casi di trombosi cerebrale su 18 milioni di inoculazioni (1 su 600 mila) mentre qualche settimana fa aveva denunciato solo 5 casi su 11 milioni di vaccinati: una bella differenza che lascia intuire una tempistica studiata ad arte per non influire sulla campagna di massa in corso. Fino ad ora, complessivamente, su 25 milioni di vaccinati oltre 60 hanno accusato un evento avverso raro e gravissimo, la trombosi venosa cerebrale. Un risultato che fa trincerare l'Ema dietro al principio che i benefici superano i rischi visto che per il momento l'incidenza è dello 0,00024%.

È vero che i grandi numeri fanno ridimensionare il problema. Ma intanto gli esperti dell'Ema ammettono che l'associazione, incerta in precedenza, ora è assai probabile, tanto che settimana prossima una nuova correzione del «bugiardino» legato al vaccino anglo-svedese è prevedibile. Finora la trombosi cerebrale era solo «un'avvertenza», ora ci si aspetta rientri tra gli «eventi avversi». E nonostante la prova definitiva non ci sia ancora, l'associazione è evidente. Insomma, l'Ema dovrà ammettere che un effetto di causa-effetto ci può essere. E chi assumerà Vaxzevria dovrà accettare anche il rischio. Una decisione che dovrà essere valutata dal singolo cittadino, ma ancora prima dallo Stato che acquista dosi all'azienda produttrice.

Una domanda viene spontanea: cosa farà l'Italia dopo che mezza Europa sta effettuando correzioni sulle somministrazioni se non drastiche sospensioni? L'ultima, in ordine decisionale, è stata l'Olanda. Dopo che è stato deciso di limitare temporaneamente la vaccinazione agli ultrasessantenni, ieri il governo ha sospeso per tutti la somministrazione di AstraZeneca fino al 7 aprile in attesa di chiarimenti sul possibile nesso di causalità tra vaccino e eventi avversi. Su 400mila persone, infatti, dopo 7-10 giorni dalla vaccinazione, in cinque donne tra i 25 e i 65 anni si sono verificati dei trombi con conseguenze mortali per una di loro.

Prima dell'Olanda, la Francia, dopo 12 casi accertati di trombosi, ha vietato il vaccino di Oxford sotto i 55 anni, la Svezia lo ha permesso agli over 65, mentre la Germania lo ha bloccato nella popolazione sotto i 60 anni dopo ben 31 casi di trombosi, quasi tutte a livello cerebrale, su persone giovani. Ma il governo tedesco non vuole rischiare panico e scetticismo per la vaccinazione di massa nel caso di altri eventi avversi e così pensa di somministrare la seconda dose con un vaccino a mRna per tutti gli under 60 che hanno già avuto la prima dose di AstraZeneca. Un mix che ancora non trova conferme cliniche di validità. Anche in questo caso farà da apripista il Regno Unito dove è in corso una sperimentazione su alcune centinaia di volontari che stanno scambiando la prima dose di AstraZeneca con Pfizer e viceversa a distanza di quattro e dodici settimane.

Nel frattempo qualche correzione si potrebbe fare anche in Italia alla luce dei dati disponibili. Innanzitutto le trombosi colpiscono mediamente le donne tra i 40 e i 45 anni. La fascia più corposa è quella che va dai 18 ai 49 anni. I maschi rappresentano circa il 20%. Questi segnali potrebbero essere utili, dunque, per invertire la rotta nella prossima vaccinazione di massa. Astrazeneca, che prima veniva offerto agli under 55, potrebbe essere invece somministrato agli over 60. Risultato? Eccellente efficacia di copertura già dopo la prima dose e rischi praticamente azzerati.

Ma chi deve cambiare le carte in corso d'opera? Non ci si può aspettare indicazioni imminenti da Ema se non quelle di farmacovigilanza e di ulteriori approfondimenti. Questa decisione spetta al ministero della Salute che dovrebbe occuparsi del problema con l'Istituto superiore di Sanità. Ma l'Ema non avrebbe problemi se si preferisse nelle campagne vaccinali utilizzare il vaccino anglo-svedese per gli over 60.

Del resto, non ha mai sconsigliato il farmaco agli anziani, al contrario, a dispetto dei pochi dati concessi dalla big pharma, ha sempre sostenuto che i risultati sulla terza età fossero molto promettenti in termini di efficacia e di sicurezza.

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