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La cassazione ha aperto il vaso di Pandora

L'assoluzione di Berlusconi ha sollevato il coperchio di quel vaso di Pandora che sono stati gli avvenimenti del 2011

La cassazione ha aperto il vaso di Pandora

L'assoluzione di Silvio Berlusconi, da parte della Cassazione, ha sollevato il coperchio di quel vaso di Pandora che sono stati gli avvenimenti del 2011. Dalla defenestrazione dello stesso Berlusconi da capo del governo, alla nomina del professor Mario Monti a senatore a vita e poi a presidente del Consiglio, regista e protagonista l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tutt'altro che garante, nella circostanza, della Costituzione; dal ruolo delle società di rating nella creazione del «caso» che aveva giustificato e legittimato agli occhi di un'opinione pubblica incline al linciaggio, la caduta del governo di centrodestra e il conseguente sputtanamento finanziario ed economico dell'Italia in Europa e nel mondo; dai rimborsi, da parte di Monti - fino al giorno prima consulente di qualcuna di esse (!) - per la funzione esercitata nel creare le condizioni di quello che, a destra, era stato poi definito, non del tutto a torto, un golpe.

Non si salva nessuno. Dal vaso di Pandora è uscito un odoraccio di marcio, il cui obiettivo era stato la distruzione politica del Cavaliere e del suo governo per compiacere chi, all'estero, non sopportava l'indipendenza dell'Italia dagli interessi tedeschi e francesi e chi, in Italia, non aspettava che l'occasione per trasformare certi disinvolti comportamenti del Cavaliere, ai margini del buon gusto, in reati perseguibili giudiziariamente per liberarsene politicamente. È stato posto rimedio a una vergogna nazionale, indipendentemente dal giudizio che si voglia dare sul cavaliere.

Diciamola, allora, tutta. La sentenza della Cassazione giova - dove dimostra che, anche in Italia, a volte, «c'è un giudice a Berlino» - oltre che a Berlusconi, anche, se non soprattutto, alla credibilità della stessa magistratura. La quale, in precedenza, si era evidentemente comportata non proprio in modo ortodosso sotto il profilo giuridico e giudiziario. Personalmente, perciò, non sono fra quelli che hanno esultato per il fatto che Berlusconi ne sia uscito assolto, anche se, ovviamente, c'è sempre di che compiacersi di una sentenza assolutoria, chiunque sia l'accusato di un crimine che non ha commesso. Prendo atto con soddisfazione che nei suoi confronti, lo dice ora la Cassazione, era stata consumata una porcata e che il terzo grado di giudizio, rivelando una notevole autonomia rispetto all'andazzo politico, l'ha cancellata, provando che non tutto è perduto persino in un Paese disastrato e spesso imbroglione come il nostro.

Non ha vinto solo Berlusconi, recuperando la propria innocenza e la propria agibilità politica. Ha vinto anche il sistema giudiziario nazionale che ne esce bene dopo essersi compromesso con indagini e condanne che avevano identificato spesso ideologicamente il peccato col reato per liberarsene politicamente.

Mi auguro sia un precedente istruttivo per il futuro.

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