La catena di incidenti che lega la Germania a Italia e Danimarca

La catena di incidenti che lega la Germania a Italia e Danimarca

Il trasporto Flixbus, che in Italia ha festeggiato tre anni con 10 milioni di persone trasportate, più di 300 città collegate e 1.500 posti di lavoro in tre anni, piace, piace sempre di più.

Dal suo arrivo nel Belpaese, nel luglio 2015, ha rivoluzionato il settore del trasporto interregionale su autobus, coniugando innovazione e tradizione e conquistando soprattutto i ragazzi, che possono usufruire di costi concorrenziali per spostarsi in Europa. Ma più di una volta i sindacati del trasporto hanno evidenziato però che colossi come Flixbus devono inserire migliori condizioni di tutela del personale nei contratti di collaborazione con le imprese locali che utilizzano poi per effettuare il servizio.

E migliori condizioni di lavoro per gli autisti significa concretamente maggiore sicurezza per i clienti, che preferiscono il pullman al treno o all'aereo per spostarsi, magari perché scelgono la soluzione tra tutte più economica.

Gli incidenti, purtroppo, non sono mancati negli ultimi mesi e devono far riflettere.

Il 19 maggio scorso un mezzo partito da Torino e diretto a Zagabria è uscito di strada lungo l'autostrada A4, nel comune di Pocenia, tra Latisana e San Giorgio di Nogaro. Delle 43 le persone a bordo, ventisei sono finite in ospedale, e una in gravissime condizioni. Sull'autobus Flixbus vi erano due autisti di un'altra azienda, la Bus Company. «Un'impresa di che abbiamo già segnalato agli organi competenti come ispettorato del lavoro e Polstrada faceva presente allora l'Usb - anche per gli orari di percorrenza assolutamente inadeguati a cui gli autisti devono attenersi (pena sanzioni disciplinari dopo contestazioni su rapportini di ritardo) mettendo quotidianamente a rischio l'incolumità oltre che dei trasportati anche quella di tutta la collettività».

Per Usb molte aziende di questo settore, per ottenere il massimo profitto, spesso aumentano la produttività degli autisti con orari di lavoro massacranti e giornate di riposo cancellate magicamente dai registri di lavoro e stornate con il tacito (ma obbligato) assenso sottoscritto dai lavoratori, per assicurarsi la conferma dei famigerati contratti a termine e perennemente precari.

«Queste condizioni, purtroppo, svincolano (apparentemente) le aziende, scaricando tutto sulle spalle degli autisti, che comunque si assumono, pur di lavorare, enormi responsabilità che sempre più spesso stanno causando eventi come questo», faceva presente il sindacato.

Il 17 agosto, invece, un autobus partito da Copenaghen e diretto a Berlino con 61 passeggeri di 22 diverse nazionalità, prevalentemente scandinavi, è finito fuori strada. L'incidente è avvenuto sull'autostrada A19, vicino a Linstow, in direzione di Berlino. Sedici i feriti, di cui dieci in modo grave, rimasti incastrati tra le lamiere.

E a Berlino sempre un altro mezzo Flixbus da double-decker è diventato in pochi istanti un open top senza passare in officina.

L'autobus Flixbus, un Neoplan che stava passando sotto il ponte della Klärwerkstrasse a Spandau, è uscito dal tunnel senza il tetto, rimasto appeso al ponte alto 3,4 metri, ma troppo basso per il pullman. Ma per fortuna al momento vuoto.

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