Il Cavaliere: sì alle riforme ma stavolta voglio trattare io

Berlusconi avverte: "So che le cose devono cambiare e cambieranno". E sui dissidenti: è normale si lamentino però dobbiamo restare uniti

Il Cavaliere: sì alle riforme ma stavolta voglio trattare io

Roma - Un'altra chance a Renzi ma adesso tratto io. Questo il senso dei ragionamenti che Berlusconi fa ad Arcore, tempestato di telefonate da parte dei forzisti: «Presidente, siamo tutti con te» è il messaggio che molti vogliono far arrivare al Cavaliere in questo momento difficile. La partita del Colle è andata male ma all'ex premier non manca il calore umano di tanti che accorrono al quartier generale. Già sabato sera, una cena con molti parlamentari azzurri: Ravetto, Mandelli, Gibiino, Ravetto, D'Alì, Santelli, Rizzotti, Marin.

Ieri, altre telefonate per testimoniare vicinanza e affetto. Chi lo ha sentito lo descrive «molto più calmo e non così abbattuto» anche se, inutile nasconderlo, la spregiudicatezza di Renzi lo ha ferito. Eppure il Cavaliere non considera stracciato il patto del Nazareno perché sulle riforme «se sono funzionali a quello che diciamo da vent'anni non possiamo tirarci indietro». È ovvio che tuttavia, adesso, nello stringere patti con il premier ci andrà molto più con i piedi di piombo. E i voti azzurri potrebbero arrivare ma solo se Renzi li chiede in modo esplicito e senza barare come ha fatto con la partita per il Colle. Insomma, il treno delle riforme non si ferma e Forza Italia continuerà a esserne un vagone. Con Berlusconi in persona a bordo anche per evitare che il convoglio viri troppo a sinistra. E Osvaldo Napoli fa capire quale sarà la linea dicendo: «Quando il ministro Boschi afferma che c'è una maggioranza anche senza Forza Italia non specifica se questa maggioranza è pronta ad approvare le stesse riforme fin qui portate avanti. Quanto a bluff Renzi e i suoi ministri farebbero bene a non esagerare». Altrimenti detto: le riforme vanno in porto solo se c'è Berlusconi; Renzi ha ancora bisogno di noi e noi non gli chiudiamo la porta in faccia a patto che sia corretto. Altro elemento sintomatico: il deputato molto vicino a Verdini, Luca D'Alessandro, sulla sua pagina facebook scrive: «E se il patto del Nazareno non si chiamasse così a caso e nel rispetto del suo nome fra tre giorni resuscitasse?». Una battuta ma forse mica tanto. Certo, come sottolinea Toti: «Il ministro Boschi non deve essere forte in matematica: su riforme e Italicum in Senato Fi è stata determinante. E lo strappo sul Colle non può non avere conseguenze sul clima creato fino a ora».

Da Berlusconi, nessuna doglianza o critica sulla persona di Mattarella con il quale i rapporti, per ora telefonici, sono improntati alla massima cortesia istituzionale. Certo, nel partito c'è maretta e il Cavaliere ne è consapevole: «So che le cose devono cambiare e cambieranno. Dovrò metterci la testa e presto lo farò», fa trapelare. Anche se di tante beghe che gli arrivano alle orecchie tende a non drammatizzare: «È normale che in questa fase ci siano delle lamentele. Ma dobbiamo stare uniti». Uniti in Forza Italia e uniti nel centrodestra. Altro «file» estremamente delicato quello del rapporto con Area popolare (Ncd e Udc). Nonostante da Alfano sabato scorso abbia ricevuto uno schiaffo, il Cavaliere è orientato a ricucire pure con lui.

Con l'ex delfino «vanno riallacciati i rapporti». In Fi non tutti sono d'accordo ma l'ex premier sembra essersi messo già alle spalle lo smacco ricevuto del repentino rinculo alfaniano il giorno dell'elezione di Mattarella.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica