Il centro in ordine sparso va a caccia di unità

I partitini puntano ad aggregarsi ma nessuno vuol rinunciare a poltrone e risorse

Il centro in ordine sparso va a caccia di unità

Roma - La diaspora dei partitini che gravitano nell'area di centro e guardano al centrodestra fatica a ricomporsi. Tutti auspicano una semplificazione del quadro, riconoscono che è stata ormai innescata una dinamica di riaggregazione, ma passi concreti non ne vengono consumati.

Questa situazione decisamente frastagliata ha una sua rappresentazione molto fedele in ciò che accade nei vari gruppi al Senato e in particolare nel Gruppo misto che ha raggiunto la cifra record di 41 senatori. Il presidente dei senatori di Forza Italia Paolo Romani sta da tempo lavorando sotto traccia e sta tentando di creare un grande gruppo a Palazzo Madama, il nome ipotizzato è Federazione delle Libertà. L'obiettivo è quello di rafforzare il centrodestra e il suo baricentro liberal-popolare, ma anche formare un blocco unitario con cui trattare sulla legge elettorale in commissione Affari costituzionali. Obiettivo ragionevole, ma complicato da realizzare perché nessuno, almeno per il momento, vuole rinunciare al proprio piccolo terreno di gioco mettendolo in comune con gli altri.

Raffaele Fitto, dopo l'uscita di Cinzia Bonfrisco, sta tentando di ricostituire il suo gruppo parlamentare in Senato, finora senza successo. I senatori fittiani ammontano a sette (Francesco Bruni, Salvatore Di Maggio, Luigi D'Ambrosio Lettieri, Pietro Liuzzi, Luigi Perrone, Luigi Tarquinio, Vittorio Zizza) dal momento che Andrea Augello e Luigi Compagna sono sostanzialmente tornati alla base, ovvero al movimento Idea di Gaetano Quagliariello. A quest'ultimo è legato anche Carlo Giovanardi. La sua confluenza nel gruppo dell'ex governatore pugliese ed ex ministro per gli Affari Regionali potrebbe far toccare la fatidica «quota 10» senatori, ovvero il numero minimo per formare un gruppo a Palazzo Madama, ma a quel punto Fitto e Quagliariello dovrebbero stipulare una vera alleanza e decidere chi dei due dovrebbe essere il titolare del gruppo.

Fitto - che a gennaio ha fondato Direzione Italia - ha avuto contatti anche con Lorenzo Cesa, europarlamentare e segretario dell'Udc, che al Senato può contare su quattro senatori. Si è discusso di una possibile unione delle rispettive forze, ma non si è trovato l'accordo perché Cesa avrebbe chiesto a Fitto l'adesione al Ppe e l'addio ai Conservatori e riformisti ruropei, la famiglia parlamentare europea di cui è vicepresidente.

Maurizio Sacconi, a sua volta, dopo aver rotto con Angelino Alfano ha aderito a Energie per l'Italia di Stefano Parisi. E proprio Parisi e Fitto potrebbero organizzare delle primarie a ottobre per contendersi la leadership di quello che nelle intenzioni rappresenterebbe un primo nucleo di un'area liberal-popolare.

Le spine non sono finite qui. Cesa ha come punto di forza il dialogo che ha riaperto con Berlusconi, con un incontro che si è celebrato di recente. Ma il vicesegretario dell'Udc, Giuseppe De Mita, pochi giorni fa è intervenuto a frenare le velleità di rilancio del partito dentro il centrodestra: «La nostra scelta è stata da tempo ben precisa: nell'ultimo congresso è prevalsa la linea della chiusura al centrodestra (e non c'era ancora Salvini!) per dare vita a una iniziativa autonoma di forze politiche e movimenti del cattolicesimo popolare. Ed è ancora quello il tentativo che il gruppo dirigente per vincolo di mandato è impegnato a realizzare».

Infine ci sono i Liberali che andranno a congresso il 12, 13 e 14 maggio a Roma. A Palazzo Madama ne ha assunto la rappresentanza la senatrice Cinzia Bonfrisco.

La Bonfrisco sta lavorando per portare questo partito e il suo storico simbolo a una alleanza con Berlusconi e Forza Italia, oltre che con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, e si sta anche occupando di cercare testimonial della cultura liberale fuori dalla politica. Movimenti, idee, contatti e buone intenzioni, insomma, non mancano. Ma tra il dire e il fare c'è la difficoltà di rinunciare a piccole quote di sovranità e avviare un vero processo unitario.

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