Oltre 50 persone sono state arrestate ieri a Hong Kong durante una «marcia silenziosa» per protestare contro la legge sicurezza nazionale considerata una minaccia alle libertà civili La norma che riguarda Hong Kong è a un passo dal via libera in Cina: si è riunito infatti a Pechino il Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il vertice dell'organo legislativo del Parlamento cinese, e ha esaminato il testo, per la seconda volta in un mese. La Xinhua, che ha dato la notizia, non ha aggiunto dettagli sull'esito dell'esame, ma l'approvazione è scontata e il voto a questo punto non dovrebbe tardare che qualche giorno.
La bozza della controversa legge è stata fortemente criticata a livello internazionale e dall'opposizione a Hong Kong. La riunione del vertice del Parlamento cinese giunge in un momento di forti tensioni con gli Stati Unti per la questione di Hong Kong. Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha annunciato restrizioni alla concessione di visti per i funzionari cinesi, sia attuali che del passato, ritenuti responsabili delle restrizioni all'alto grado di autonomia di cui Hong Kong gode in virtù della Basic Law, la Legge Fondamentale che regola il rapporto dell'ex colonia britannica con Pechino dopo il ritorno alla Cina nel 1997.
La Cina, tramite la sua Ambasciata a Washington, ha già manifestato la propria irritazione, ribadendo che la nuova legge prenderà in considerazione una categoria «molto limitata» di reati che minacciano la sicurezza nazionale.
Secondo i contenuti della legge divulgati finora questi reati sono: secessione, sovversione, terrorismo e collusione con le forze straniere, di cui non sono note le pene. Ma la convinzione dei molti giovani è che la legge si trasformerà in un'arma in più in mano a Pechino per limitare le proteste e perseguire persone sgradite.
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