Cina, più guariti che nuovi casi Il virus fa (un po') meno paura

Ieri il «sorpasso». In Europa scende il rischio di epidemia Ma la comunità scientifica è prudente: presto per esultare

Cina, più guariti che nuovi casi Il virus fa (un po') meno paura

Si ridimensiona il rischio di un'epidemia di coronavirus in Europa, da moderato a basso. E più in generale si raffredda l'allarme sul Covid-19 in conseguenza di una serie di segnali positivi che arrivano anche dalla Cina dove il coronavirus ha ucciso nella sola provincia dell'Hubei, focolaio della pandemia, quasi duemila persone. E purtroppo si devono registrare due decessi in Iran dove fino ad ora non erano stati segnalati casi. L'annuncio dell'arrivo del Covid-19 nel paese ha proceduto di poche ore la notizia del decesso dei due infetti. Le due vittime hanno precisato le autorità sanitarie iraniane erano anziane e immunodepresse e sono morte in seguito a problemi respiratori. La preoccupazione è legata al fatto che i due contagi non sono tracciati.

Tra le buone notizie arrivate da Pechino il fatto che per la prima volta il numero delle persone guarite ha superato quello dei contagiati nella giornata di martedì: 1.824 persone sono state dimesse dagli ospedali dopo essere state curate, mentre sono 1.749 i nuovi casi registrati.

Ieri poi è stata aggiornata la valutazione sul rischio di essere contagiati dal Covid-19 in Europa e Regno Unito dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Il rischio è passato da moderato a basso sulla base dell'andamento dell'epidemia fuori dalla Cina. Visto che tutti i casi sono tracciati per l'Ecdc la probabilità di trasmissione al momento «è ritenuta molto bassa». Attenzione però se dovessero verificarsi più casi di trasmissione sul territorio Ue allora il rischio passerebbe «da moderato ad alto», soprattutto per gli anziani con più patologie. Il rischio resta «elevato» per chi viaggia nelle aree con contagi locali confermati.

Anche l'Organizzazione mondiale della sanità parla di «enormi progressi nella gestione dell'epidemia». Pesa però sull'altro piatto della bilancia, quello delle cattive notizie, quanto precisato da Richard Brennan, direttore per le emergenze nel Mediterraneo orientale ovvero che è «ancora troppo presto per dire che il virus è stato contenuto».

Sta per finire, o meglio per spostarsi in Italia, l'odissea degli italiani imbarcati sulla Diamond Princess ancorata nella Baia di Yokohama dal 4 febbraio scorso, segnata da un'inarrestabile diffusione del virus a bordo. Ieri quando è iniziata la graduale evacuazione di tutti i passeggeri i contagiati erano saliti a 624. Un team composto da esperti e medici è già arrivato ieri alle 14,30 in Giappone in modo da organizzare il processo dei controlli sanitari. Soltanto chi risulta negativo al test per il coronavirus potrà salire sul Boeing dell'Areonautica Militare partito ieri e diretto in Giappone. Su questo aereo, ha precisato il vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, dovrebbero salire i 30 italiani (se negativi al test) e anche 26 o 27 europei ai quali l'Italia offre il passaggio verso l'Europa. E in effetti tutti gli italiani fino ad ora sono risultati negativi al test tranne uno e dunque sono stati autorizzati a scendere. I controlli però verranno nuovamente eseguiti anche dal team di medici italianii connazionali. A chi eventualmente dovesse risultare positivo agli accertamenti sanitari, sarà comunque garantita la massima assistenza da parte dell'Unità di Crisi della Farnesina e dell'Ambasciata italiana in Giappone.

Il gruppo della Diamond Princess dovrebbe atterrare a Pratica di mare questa notte e qui resterà in una struttura sportiva attrezzata ad hoc, per un periodo di quarantena di quattordici giorni.

Ancora buone notizie per l'Italia. Il marittimo sbarcato in Cambogia che è andato in autoisolamento a Sanremo è risultato negativo al test sul coronavirus. Ancora in via di miglioramento la coppia di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani e sempre buone le condizioni sia del ricercatore risultato positivo al virus sia di Niccolò.

Pessime invece le notizie che arrivano dalla Corea del sud dove una donna avrebbe contagiato 15 dei 31 pazienti risultati positivi al virus nel paese.

La contagiata avrebbe preso parte alla stessa funzione religiosa cui hanno partecipato altre 14 persone risultate poi positive al coronavirus. Ma sono almeno 166 le persone con quali è entrata in contatto e che potrebbero aver contratto il virus.

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