Il gas non è un problema e l'approvvigionamento di energia in inverno sarà regolare. Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al Green Talk di Rcs Academy ha voluto rassicurare in merito le scorte di materie prime di cui l'Italia ha bisogno per affrontare la prossima stagione. L'unica vera variabile di cui tener conto è rappresentata invece dai prezzi, a dire dello stesso Cingolani molto elevati.
Dichiarazioni importanti quelle del ministro uscente, specialmente in una fase internazionale contrassegnata da una nuova escalation del conflitto in Ucraina. Una fase coincisa con il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e dell'uso delle forniture di energia come arma. Non a caso ieri, nei bombardamenti che hanno interessato Kiev e l'intera Ucraina, a essere prese di mira sono state soprattutto le centrali elettriche. Segno di come il buio e il freddo derivante da una mancata erogazione di energia ad oggi costituiscano uno degli strumenti per provare a spostare gli equilibri militari e politici.
Le parole di Cingolani
É stato forse uno dei suoi ultimi interventi pubblici da ministro. Dopo aver accettato la sfida del governo Draghi, Roberto Cingolani si prepara al passaggio di consegne al collega che sarà nominato dal prossimo esecutivo. Le sue parole di questo martedì da un lato hanno provato a rassicurare sia la platea del Green Talk e sia l'opinione pubblica italiana. “Abbiamo messo in sicurezza il Paese, dovremmo fare una stagione invernale tranquilla”, ha detto nel corso del suo intervento. Ma dall'altro lato non sono state celate importanti preoccupazioni. Soprattutto sul fronte dei prezzi. “Avremo problemi sui prezzi – ha proseguito – avevamo proposto il price cap mesi fa”.
L'Italia quindi avrà il suo gas, quello che le serve per alimentare riscaldamenti, case, fabbriche e industrie durante l'inverno. Una circostanza non data per scontata alla vigilia. La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno fatto temere il peggio. Roma ha scelto nei mesi scorsi la via del ridimensionamento dell'apporto di gas russo nella nostra rete nazionale. La distruzione del Nord Stream dello scorso 26 settembre, che portava il gas dalla Siberia alla Germania, ha dato ulteriore spinta all'idea di un “buio energetico” piuttosto pesante.
Il gas però c'è. Dalla Russia continua ad arrivare tramite le condotte che attraversano il centro Europa. Idem per quanto riguarda l'Algeria, Paese con cui sono stati stretti accordi nella scorsa primavera. E poi ci sono le riserve. Su quelle Cingolani ha rassicurato. Per “messa in sicurezza dell'Italia”, ha inteso per l'appunto che una certa parte di gas arrivato è stato stoccato e ci sono importanti riserve.
La materia prima non manca. Il vero problema è che sta costando troppo. "L'assurdo di questa vicenda – ha chiosato Cingolani – è che il gas c'è, ma il prezzo è aumentato. Noi esportiamo, eppure il prezzo rimane altissimo. La verità è che abbiamo pagato follemente le quotazioni del gas di una borsa che non è realistica. Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà”.
Un riferimento quindi alla famigerata borsa di Amsterdam, la piazza principale per lo scambio di azioni e futures riguardanti il mercato del gas. “Qui – ha proseguito il ministro – C'è una volatilità pazzesca. Stiamo pagando questa cosa e un ritardo nell'agire. Non stiamo pagando una reale mancanza di gas”.
Il pericolo del freddo che riguarda l'Ucraina
Gas ed energia sono armi attualmente utilizzate anche in guerra. Oltre alla messa in sicurezza delle scorte quindi, occorre tutelare l'integrità delle infrastrutture energetiche. Il sabotaggio del Nord Stream ha mostrato (ancora una volta) la vulnerabilità delle opere strategiche. In Ucraina nei bombardamenti delle ultime ore a essere maggiormente colpite sono state le centrali elettriche.
Migliaia di ucraini l'ultima notte l'hanno trascorsa al buio. In otto regioni, hanno specificato lunedì pomeriggio dalla sede del ministero della Difesa di Kiev, si sta rischiando la paralisi energetica. A Leopoli a un certo punto non hanno funzionato nemmeno le sirene di allerta aerea, con i cittadini avvisati tramite i megafoni della polizia.
Ieri il ministero dell'Energia dell'Ucraina ha annunciato lo stop alle forniture elettriche ai Paesi dell'Ue negli ultimi tre mesi a causa dei danni inflitti dagli attacchi missilistici di Mosca a diverse fra centrali e sottostazioni elettriche del Paese. Kiev, ha scritto la Bbc, aveva iniziato a esportare energia verso l'Ue dal primo luglio, per contribuire nelle parole del presidente Volodymir Zelensky a ridurre la dipendenza dell'Europa da gas o petrolio russo.
In alcune zone la situazione sta tornando alla normalità, ma in caso di altri raid contro le centrali elettriche il rischio di un blocco totale nell'erogazione di gas ed energia è dietro l'angolo. E infatti martedì mattina un bombardamento effettuato da un drone russo ha colpito la centrale termoelettrica di Ladyzhyn, segno di un escalation che potrebbe non finire.
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