Clima d'odio, allerta sicurezza: blindata la parata del 2 giugno

Circolare dei prefetti: «Aumentare la vigilanza sulle sedi istituzionali». Raccolta di firme a favore del presidente

Clima d'odio, allerta sicurezza: blindata la parata del 2 giugno

L'attacco al presidente della Repubblica continua e si fa preoccupante, tanto che la Polizia postale ha iniziato a monitorare i siti web e i social in modo da poter segnalare all'autorità giudiziaria tutti quei post o affermazioni che possano configurare un reato perseguibile per legge. Il Quirinale, insomma, è sotto assedio. Dopo la richiesta di impeachment da parte di Movimento 5 stelle e Fratelli d'Italia, anche i sindaci leghisti hanno preso la loro iniziativa. Dalla Lega lombarda è arrivato, infatti, l'altro ieri, l'invito a togliere la foto del Presidente dagli uffici di ogni Comune della Lombardia. Richiesta che arriva in primis dal segretario Paolo Grimoldi, che ieri ha rilanciato con un'altra iniziativa. «Dato che il nostro voto dello scorso 4 marzo - ha scritto su Facebook - non è servito a nulla, visto che è stato invalidato dal presidente Mattarella, che ha deciso di bloccare la nascita del nuovo governo, espressione del voto, allora nelle prossime ore chiederemo ai cittadini di inviare le loro tessere elettorali al Quirinale».

Poi c'è chi, come il M5s, annuncia manifestazioni il prossimo 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica. Sui social la «caccia al Presidente» è aperta. I video contro il capo dello Stato si moltiplicano. Persino un poliziotto è arrivato, in divisa, ad accusarlo di aver tradito l'Italia. E tra i tanti post spuntano anche le minacce di morte, tanto che i prefetti di tutta Italia stanno raccomandando un controllo serrato per evitare che qualche squilibrato possa prendere sul serio ciò che qualcuno scrive. Probabilmente per la parata di sabato ai Fori imperiali, a cui come di consueto il Presidente parteciperà, saranno rafforzate le misure di sicurezza.

Il clima d'odio contro Mattarella per aver rifiutato di far partire il governo gialloverde e di mettere Paolo Savona al ministero dell'Economia è così sentito che anche Beppe Grillo ha invitato alla calma, nonostante il suo «delfino» Luigi Di Maio in un video diffuso ieri abbia chiarito: «Siamo convinti ad andare avanti con l'impeachment, obbligheremo il Parlamento a discutere di quanto successo, ma soprattutto faremo in modo che alle prossime elezioni non ci sia lo stesso presidente».

«C'è chi vuol vivere inginocchiato alle ragioni della finanza e dei suoi azzardi - ha chiarito Grillo - e chi non lo vuole. C'è chi vorrebbe continuare a consegnarci alla speculazione e chi no. Quello che ne seguirà si chiama semplicemente politica: il confronto tra interessi diversi va combattuto con mezzi diversi dalla violenza».

Intanto c'è chi si schiera dalla parte di Mattarella. «Torino ora in piazza Castello - scrive Paolo Gentiloni - in difesa della Costituzione e del presidente della Repubblica». Numerose le iniziative a sostegno del capo dello Stato. Dalla no profit Progressi, che propone una raccolta di firme che ha già oltre 170mila adesioni fino al Pd che lancia l'hashtag #italiachiamò e fa volantinaggi a Milano per sensibilizzare la gente. Ma diverse iniziative si sono registrate in alcune città italiane come Milano, Firenze, Genova e Palermo, dove sono stati organizzati alcuni flash mob.

Si schiera dalla parte del Quirinale anche il presidente francese Emmanuel Macron, che parla di Mattarella come un uomo di «grande senso di responsabilità e coraggio».

E c'è chi ricorda che se si offende il capo dello Stato si può essere accusati di vilipendio al presidente, secondo quanto stabilito dall'articolo 278 del Codice penale.

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