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Il Colle avvisa i vicepremier: ora fate chiarezza

Mattarella lavora per la stabilità, ma il Paese non può più sopportare certi scontri

Il Colle avvisa i vicepremier: ora fate chiarezza

Roma - Verifica è una parolaccia da Prima Repubbica, come vertice, però sono proprio le due cose che servono adesso. Infatti, «chiaritevi», manda a dire Sergio Mattarella. Fissate presto il vostro incontro di maggioranza, guardatevi negli occhi, accertate la possibilità di proseguire l'alleanza, riprendete in mano i dossier rimasti aperti, concludete la stesura dei decreti lasciati a metà. In una parola, se siete ancora in grado, governate, perché l'Italia ha bisogno urgente di essere guidata.

Il telefono del capo dello Stato resta muto per tutta la giornata. Nessun colloquio ufficiale con Giuseppe Conte e i due vicepremier, niente contatti, nemmeno protocollari. Ma in qualche maniera il messaggio a Lega e Cinque stelle, all'indomani del voto che ha rovesciato i rapporti di forza interni della coalizione giallo-verde, è partito lo stesso. E il senso è appunto questo: fate «chiarezza» e fatela in fretta, perché il Paese non può sopportare un altro lungo periodo di immobilismo e di conflittualità. La situazione economica può precipitare, i mercati sono in allarme, lo spread si alza, incombe la lettera di richiamo di Bruxelles sul debito e i conti pubblici. A proposito, che idee avete per la prossima Finanziaria?

L'invito del Colle è in attesa di risposta. La palla ora è in mano ai partiti e si prevede che i tempi di replica «non saranno strettissimi». Mattarella, come prevede il suo ruolo, lavora per la stabilità, non spinge certo per accelerare un'eventuale crisi anche perché, se cade Conte, sarà difficile evitare le elezioni anticipate. Intanto si prepara alle prossime difficili settimane. Come? Le opinioni e le mosse del presidente, fanno sapere dal Quirinale, «dipenderanno dagli orientamenti delle forze politiche e di governo». Cioè, il capo dello Stato si regolerà a seconda dello scenario che verrà fuori al termine dell'atteso vertice di maggioranza. Si è trattato, spiegano, di elezioni europeo perciò se i partiti non chiedono cambiamenti, il presidente «non entra nemmeno in campo».

Dopo settimane di guerra fratricida, dopo un risultato elettorale che ha ribaltato le posizione, Salvini e Di Maio dovranno capire se esistono ancora le condizioni per proseguire insieme. É vero, le europee, in teoria, non devono avere per forza conseguenze sugli accordi di governo e sulla politica interna, però pure sul Colle si rendono conto che non si può far finta che non sia successo niente. Conte, già in grosse difficoltà, da domenica sera si è ulteriormente indebolito.

Il nuovo uomo forte è Salvini, come certificato dalle urne. Il leader della Lega la scorsa notte ha dato la linea, indicando tutta una serie di provvedimenti che aspettano il via libera.

Dalla Tav alle opere pubbliche, dal decreto sulla sicurezza all'autonomia regionale. Che farà Di Maio? Ammainerà le bandiere grilline o continuerà a dare battaglia?

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