RomaL'aveva detto e l'ha fatto. Quasi uno schiaffo al Parlamento. Giorgio Napolitano sceglie i nuovi giudici costituzionali di nomina presidenziale, Daria De Pretis e Nicolò Zanon, mentre le Camere con 20 fumate nere non riescono ad eleggere da mesi quelli di nomina parlamentare, con il Pd che insiste su Luciano Violante e il centrodestra che brucia un nome dietro l'altro. Matteo Renzi lo applaude e sintetizza: «Ora il Parlamento non ha più alibi. Si chiuda per gli altri». I due professori, la prima ordinario di diritto amministrativo nell'Università di Trento e l'altro di diritto costituzionale a Milano, sostituiranno Sabino Cassese e l'attuale presidente Giuseppe Tesauro. La scelta del Capo dello Stato è stata più che tempestiva, perché arriva tre settimane prima della scadenza del mandato, il 9 novembre. «Procederò rapidamente», aveva preannunciato due giorni fa.
Il messaggio di Napolitano è chiaro, un ennesimo richiamo alle forze politiche che non trovano un accordo e si dibattono nell'impasse da giugno, lasciando sul campo una serie di candidati «bruciati». La nota del Colle sottolinea, infatti, che Napolitano ha provveduto «prontamente» alla nomina dei due giudici Costituzionali, confermando la sua preoccupazione per una Corte Costituzionale che deve «svolgere le proprie fondamentali funzioni nella pienezza della sua composizione». Esplicitamente il presidente della Repubblica auspica che le sue nomine «possano essere rapidamente seguite dall'elezione dei due giudici costituzionali di nomina parlamentare, per la quale si sono già tenacemente impegnati i presidenti delle due Camere». Entrano dunque a Palazzo della Consulta, dove da aprile si lavora in 13 invece che in 15, la seconda donna scelta da Napolitano dopo Marta Cartabia (settembre 2011) e uno dei membri laici uscenti dal Csm, in quota Fi.
L'esperta amministrativista è di Trento, dal 2013 rettore dell'ateneo di quella città e fra i fondatori di Italian Journal of Public Law , la prima rivista giuridica italiana interamente in inglese; il costituzionalista torinese è stato tra i «saggi» della Commissione sulle riforme nominata dal governo Letta nel giugno 2013.
Per De Petris e Zanon la prossima tappa sarà il giuramento al Quirinale e, dopo il 9 novembre, la partecipazione alla camera di consiglio che sceglierà il successore di Tesauro alla presidenza della Corte. Il rischio è che per allora ancora il plenum non sia stato ripristinato, a causa dei ritardi del Parlamento. Mentre arrivano le congratulazioni ai due neoeletti alla Consulta, una serie di esponenti politici fa coro, unendosi all'appello del Quirinale per superare lo stallo delle Camere.
Il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda dice che la decisione di Napolitano «deve valere come monito per una quanto più sollecita possibile elezione dei due giudici». Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Ncd, parla di una «lezione alla classe politica e un atto d'amore per il Paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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