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"Compromesso positivo. Pericolo per l'Europa dai partiti sovranisti"

Berlusconi: "Mi sono battuto con il Ppe per il Recovery Fund, bene gli aiuti a fondo perduto"

"Compromesso positivo. Pericolo per l'Europa dai partiti sovranisti"

Sì, l'accordo sul Recovery fund è «una buona notizia» per l'Italia e ne esce un'Europa «rafforzata». Silvio Berlusconi mantiene la sua linea iniziale e non teme di uscire dal coro del centrodestra. Che poi, non è neppure un coro, visto che solo Matteo Salvini insiste ad attaccare, mentre Giorgia Meloni riconosce gli aspetti positivi del patto.

Il leader di Forza Italia mette l'accento sui tempi lunghi e sulla necessità di presentare un piano di riforme coinvolgendo le opposizioni, ma distingue nettamente la sua posizione soprattutto dall'alleato leghista. Il Cavaliere eurodeputato del Ppe, non parla di successo di Giuseppe Conte, anzi sottolinea che nella difficile trattativa diplomatica la Cancelliera Angela Merkel ha «svolto con equilibrio e saggezza un ruolo fondamentale». E aggiunge di essersi speso direttamente per ottenere un accordo vantaggioso per l'Italia, lanciando stoccate ai partiti sovranisti d'Europa, che remavano contro. «È un compromesso - dice in un'intervista al Tg5-, ma un compromesso positivo, che ha superato le resistenze di alcuni paesi del Nord e che toglie argomenti ai nemici dell'Europa. Noi avevamo puntato sin dal principio sul Recovery Fund, io personalmente mi sono battuto con diversi leader europei perché fosse approvato senza cambiamenti di rilievo ed in effetti così è accaduto. Questo difficile compromesso deve far riflettere sul futuro dell'Europa e sul pericolo di condizionamento che certi partiti sovranisti esercitano sulla politica di diversi Paesi Ue". Il leader azzurro, europeista convinto, ribadisce anche che, in attesa del Recovery fund, è necessario ricorrere ai 37 miliardi del Mes e ai 20 del Sure, disponibili subito. Altra posizione che lo differenzia da Lega e FdI. Che l' accordo sia vantaggioso per l'Italia, sottolinea Berlusconi, lo dice il fatto che i fondi di cui potremo disporre sono saliti da 170 a 208 miliardi, di cui molti senza obbligo di restituzione. Del resto, lo stesso premier Conte, dopo l'ultimo vertice notturno, ha ringraziato la parte «responsabile» dell'opposizione, con un chiaro riferimento a Fi.

L'ex premier, però, avverte che «il percorso è ancora lungo, i fondi saranno disponibili solo nel secondo semestre del 2021 a condizione che l'Italia presenti un piano di riforme accettabile in Europa, orientato allo sviluppo e non assistenziale e statalista». Nelle parole di Berlusconi ci sono critiche e avvertimenti al governo Conte, l'unico che ancora non ha consegnato all'Ue il progetto riformatore e che, «questa volta, nell'interesse dell'Italia» deve coinvolgere le opposizioni. Proprio i tempi lunghi del Recovery fund, per il Cav, rendono «assolutamente indispensabile utilizzare gli altri strumenti a disposizione, Mes e Sure, perché lavoro e sanità non possono attendere». E il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani, avvisa: «Se la maggioranza vuole continuare a giocare la partita da sola non farà del bene al nostro Paese. Noi, per votare lo scostamento di bilancio, vogliamo sapere cosa intende fare il governo». E aggiunge che quella del Recovery fund «è una vittoria del Ppe, anche frutto del lavoro di Berlusconi al Parlamento europeo».

Per l'ex premier l'Europa esce dal negoziato più forte, «perché si è mostrata comunque solidale e lungimirante». Ma bisogna continuare il percorso per migliorarne le istituzioni, superando "definitivamente il meccanismo del voto all'unanimità, almeno per le decisioni più importanti". Berlusconi è,infatti, convinto che non abbia senso «che Paesi che rappresentano solo il 10% della popolazione europea blocchino chi rappresenta il 90%». I Frugali, Olanda in testa, sono serviti.

«Se l'Europa - conclude il Cav - vuole diventare un soggetto politico capace di essere protagonista sulla scena internazionale deve abbandonare il voto all'unanimità e adottare il voto a maggioranza qualificata, almeno sui temi maggiori».

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