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Il Conte bis ottiene la fiducia. Ma la maggioranza è risicata

Tra cori, urla e fischi, il nuovo governo ottiene l'approvazione anche in Senato con 169 voti a favore. Soltanto 8 in più rispetto al minimo necessario

Il Conte bis ottiene la fiducia. Ma la maggioranza è risicata

Anche il Senato ha detto sì. Con 169 voti a favore, 133 contrari e 5 astenuti, Giuseppe Conte incassa la seconda fiducia in Parlamento e diventa quindi pienamente operativo. Ma la maggioranza è davvero risicata se si pensa che il numero minimo di voti necessari per l'approvazione era di 161 sì.

Una fiducia ottenuta - come già avvenuto ieri alla Camera - tra cori, urla e fischi dai banchi dell'opposizione, in particolare da quelli della Lega. Fin dal mattino i senatori leghisti avevano continuato quella che ormai è una vera e propria "guerra" a un governo nato per evitare il ritorno alle urne. Una "guerra" portata avanti anche mentre parlava il presidente del Consiglio e che ha richiesto più volte l'intervento della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Ed è proprio alla Lega e a Matteo Salvini che Conte rivolge il suo attacco più duro. "Errare è umano, cercare di dare agli altri la colpa per i propri errori è un modo, in politica, per conservare la propria leadership", ha scandito, "Evocate spesso il concetto di dignità. Ma la dignità per quanto riguarda le funzioni del presidente del Consiglio non si può valutare in base al fatto che sia o meno con voi al governo. La dignità deriva solo dal fatto di servire con onore e massimo impegno il Paese nell'interesse degli italiani. Mi direte cosa c'è di dignitoso nei repentini voltafaccia che ci sono stati nelle ultime settimane". E il premier non perde occasione per apostrofare il suo ex ministro, dandogli dell'"arrogante" che voleva "unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri".

Nella sua replica al termine del dibattito a Palazzo Madama, Conte richiama i punti programmatici del suo secondo governo già snocciolati ieri alla Camera. E in particolare sulla manovra economica "che ci impegnerà a contenere l'aumento dell'Iva" attraverso il reperimento di risorse per avere un "fisco amico" e sull'immigrazione ora concentrata "ossessivamente sullo slogan 'porti aperti-porti chiusi'". A questo proposito nel mirino ci sono ancora i decreti sicurezza di Salvini su cui il governo "raccoglierà le osservazioni del Presidente della Repubblica". Del resto, Conte lo ha detto chiaramente, il nuovo esecutivo è pronto a interpretarloi "in senso costituzionalmente orientato".

Cioè, più semplicemente, a non applicarli affatto.

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