Giuseppe Conte, chi è costui? Come il Carneade di don Abbondio, agli occhi degli italiani il presidente del Consiglio in carica rimane un mistero avvolto da un enigma. I più non ne ricordano l'esistenza, chi ne ricorda l'esistenza non ne conosce il pensiero e tutti ritengono, non a torto, che interrogarsi sulla sua personalità politica sia in fondo una fatica inutile: tanto non è lui a prendere le decisioni che contano. Quando, durante un'intervista, nelle scorse settimane Marco Travaglio gli ha contestato il basso profilo che lo caratterizza, Giuseppe Conte ha ammesso il problema. «Parlerò un po' di più - lo ha rassicurato -, ma solo quando avrò qualcosa da dire di concreto su quello che sto facendo». Ebbene, infine Conte parlò e l'eco delle sue parole induce a rimpiangere la serietà di un bel tacere. Ha cominciato durante la visita americana a Trump, ha continuato in questi giorni con conferenze stampa prive di notizie e dirette Facebook prive di appeal. Un concetto ricorre sin dall'intervista rilasciata a Fox News: «Da quando il mio governo si è insediato l'immigrazione illegale è drammaticamente crollata. Parliamo di 80-85% in meno rispetto all'anno scorso. La nostra strategia sta funzionando». Ora, a parte la bizzarrìa dell'avverbio scelto, quel «drammaticamente» che pare inserirsi a testa alta nella retorica pietistica di chi predica i porti aperti, la verità è che Conte ha mentito. A smascherarlo è stata l'agenzia di stampa Agi, che ha la pessima abitudine di verificare le affermazioni dei politici secondo una prassi oggi di gran moda: il fact-checking. Il governo Conte si è insediato il primo giugno. Rispetto all'anno precedente, al 31 maggio 2018 gli sbarchi erano già calati del 77,7% con una tendenza in crescita. Oggi siamo all'80,5%. «Numeri in linea con quelli del periodo precedente, quando era in carica il governo Gentiloni», conclude impietosamente l'Agi. Inutile dire che per quanto riguarda i trattati e le regole europee in materia di accoglienza nulla è cambiato e l'Italia resta «drammaticamente» isolata come sempre è stata.
E la «strategia del governo» rivendicata da Conte? C'è, è massiccia, ma non ha molto a che fare con la realtà. Si chiama propaganda, consiste nel falsificare o parcellizzare i fatti per portare l'opinione pubblica a credere quel che conviene al potere. Evidentemente funziona.
Evidentemente, Di Maio e Salvini ne hanno saputo trasmettere l'arte al Carneade di Palazzo Chigi. Il governo dell'Italia è così ridotto a pura rappresentazione, un gioco di specchi e proclami indipendente dalla realtà.*senatore di Forza Italia
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