Conte sposa il "modello Lombardia" e vara la linea dura, aperti i servizi essenziali e i mezzi pubblici, serrata dei locali: "Gli effetti tra due settimane"

L'annuncio del terzo decreto in cinque giorni per l'emergenza Coronavirus è arrivato alle 21.40

Conte sposa il "modello Lombardia" e vara la linea dura, aperti i servizi essenziali e i mezzi pubblici, serrata dei locali: "Gli effetti tra due settimane"

L'annuncio del terzo decreto in cinque giorni per l'emergenza Coronavirus è arrivato alle 21.40. Con una diretta Facebook da Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte comunica il provvedimento senza precedenti nella storia repubblicana: chiusura quasi totale del Paese. Non solo il nord, non solo la Lombardia. L'Italia diventa zona rossa. È l'accelerazione chiesta dalle Regioni, in primis la Lombardia: stop a tutti gli esercizi commerciali a eccezione di quelli di prima necessità. Resteranno aperti farmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Restano aperte le edicole, i tabaccai, uffici postali. Non si ferma nemmeno il trasporto pubblico, che però sarà ridotto, i servizi bancari, postali e di pubblico servizio continueranno: «Restano garantiti servizi pubici essenziali tra cui trasporti e pubblica utilità", ha detto Conte pronunciando la sua decisione più grave e difficile.

La crescita dei numeri del contagio ha convinto il governo ad accogliere la pressante richiesta della Lombardia insieme con i sindaci dei comuni capoluogo, a cui si è unita quella di altre regioni del Nord e altre del Sud come la Calabria e la Sicilia. La decisione è di chiudere tutto quello che non è necessario per limitare il contagio da Covid-19. Le misure resteranno in vigore fino al 25 marzo.

SERVIZI ESSENZIALI

«Chiudiamo negozi, bar, pub, ristoranti lasciando la possibilità di consegne a domicilio, chiudiamo parrucchieri, centri estetici, servizi mensa che non garantiscono un metro di distanza». Non più dunque, la chiusura dopo le 18 di bar e pub. Tutte le attività di ristorazione dovranno abbassare le serrande così come i centri commerciali. Chiusi tutti i negozi a eccezione di quelli di pubblica utilità e per l'approvvigionamento dei beni essenziali. «Resta consentita la sola ristorazione con consegne a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per il confezionamento che per il trasporto». Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi. Aperti negozi per articoli medici e sanitari, i ristoranti nelle aree di servizio stradali e autostradali e nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e negli ospedali. «La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti, per motivi di necessità o per fare la spesa», ha detto Conte.

EDICOLE

Restano aperte le edicole, così come gli stampatori dei giornali, essendo l'informazione un servizio essenziale da garantire ai cittadini. «Restano aperti stampatori ed edicole. Nel momento di massima emergenza l'intera filiera dell'informazione continuerà ad operare quale presidio essenziale di servizio pubblico e di democrazia. Restiamo uniti, collegati ed informati. Ce la faremo», ha twittato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, Andrea Martella. Anche i tabaccai continueranno l'attività.

IDRAULICI E MECCANICI

Potranno continuare la loro attività anche gli artigiani, come idraulici, i meccanici, le pompe di benzina, considerati essenziali. Aperte anche lavanderie e lavanderie industriali. Ma tutti devono far rispettare la distanza di sicurezza di un metro.

FABBRICHE

Industrie e fabbriche continueranno le proprie attività a condizione che garantiscano la sicurezza dei lavoratori per evitare il contagio. Niente stop neanche per le attività professionali ma va incentivato lo smart working, la regolamentazione dei turni, ferie anticipate, congedi retribuiti per dipendenti. Si incentivano le aziende a chiudere i reparti non indispensabili per le produzioni. «Le industrie potranno continuare la produzione a condizione che assumano protocolli sicurezza adeguati a proteggere lavoratori». Garantite anche, nel rispetto delle normative, le attività agricole di zootecnia e delle filiere di trasformazione agroalimentare.

TRASPORTI

Le misure mirano a limitare gli spostamenti delle persone alle esigenze come la spesa e i farmaci.

Per questo se è vero che il trasporto pubblico non si fermerà, il funzionamento dei mezzi potrà subire variazione per garantire soltanto i servizi minimi di mobilità.

COMMISSARIO

Conte ha annunciato anche la nomina di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, a commissario delegato «per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere all'emergenza - ha detto il premier - avrà poteri di deroga e lavorerà per rafforzare la produzione e la distribuzione di attrezzature per terapie intensive e sub intensive. Avrò anche potere di istituire nuovi stabilimenti di produzione per sopperire alle carenze di attrezzature». Arcuri, 49 anni, calabrese, è stato Amministratore Delegato di Deloitte Consulting, e lavorerà in stretto coordinamento con il capo della protezione civile Angelo Borrelli: «Il commissario si coordinerà con il dottor Borrelli e con la struttura della Protezione civile, cui va il mio ringraziamento».

LINEA DURA

E poi l'avvertimento agli italiani sugli effetti della linea dura: «Siamo consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare, gli effetti sforzo potremmo vederlo solo tra un paio di settimane. Nessuno deve pensare che domani o nei prossimi giri potremo misurare l'impatto di questi provvedimenti. Per avere riscontri dobbiamo attendere. Se i numeri dovessero crescere ancora cosa non improbabile non significa affrettarci a varare nuove misure, non dobbiamo fare una corsa cieca verso baratro, dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi responsabili. Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi. Siamo parte di una medesima comunità: ognuno si giova dei proprie e degli altrui sacrifici. Siamo una comunità di individui. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci tutti poi. Tutti insieme ce la faremo».

Plauso del governatore Fontana, le cui richieste sono state ascoltate: «Ha prevalso

il buon senso». Soddisfazione anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: «Applicheremo le nuove misure con rigore e quanto prima faremo un confronto con le imprese sull'applicazione dei provvedimenti e sulle conseguenze».

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