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La coppia Renzi-Verdini esce dalla clandestinità

Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito.Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli "il giardino di casa"

La coppia Renzi-Verdini esce dalla clandestinità

I due, va detto, si cavano d'impaccio con grande presenza di spirito, e non risparmiano ironie agli scandalizzati critici di oggi (gli stessi, ricorda il premier, che con Verdini & Co qualche tempo fa ci avevano fatto addirittura un paio di governi, da Monti a Letta, e senza troppe ambasce morali). Anzi, l'ex braccio destro di Berlusconi si esibisce anche in una sarcastica serenata alla minoranza Pd, sulle note di «La Lontananza» di Modugno: «La maggioranza, sai, è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca, quando Gotor si sveglia e poi si inc...». Un colpo al cuore per il sensibile bersaniano Alfredo D'Attorre, che geme: «Siamo ormai alla demolizione anche simbolica dell'eredità dell'Ulivo».

Matteo Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito: «I senatori che stanno con Verdini avevano votato le riforme anche l'altra volta: l'incoerenza non è di chi le vota oggi, ma di chi ha cambiato idea. Credo che il gruppo di Ala stia facendo una scelta utile per l'Italia, chi appoggia le riforme per me sta aiutando il Paese». Mentre a destra, tiene a sottolineare, c'è una situazione di «grande crisi e frammentazione, Lega inclusa dove Salvini e Maroni discutono animatamente tra loro. Ma se la destra è divisa e spezzettata è un problema per Berlusconi, è ingiusto e ingeneroso porlo ai senatori verdiniani e dirgli che non devono più votare le riforme».

Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli «il giardino di casa», come denuncia l'ex leader Pd: «Gli amici del Pd che ora dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare. Vogliamo dare una scossa alla politica italiana», dice. Quanto a Renzi, spiega, «non ci siamo scelti», ma visto che «al Senato non c'è una maggioranza» le coalizioni sono necessarie: «Con il premier c'è una situazione nuova a sinistra: non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po' in ritardo nelle riforme». Ad esempio quelle su «fisco e giustizia», che l'ex azzurro dice di voler sostenere. Sul caso Barani è molto netto: «È una persona per bene. Ma se ha fatto il gestaccio ha sbagliato e su questo non ci sono dubbi. Lo si vedrà dalle immagini». Ma il «tenore della discussione» in Parlamento è diventato «una cosa vergognosa», e dai parlamentari di Cinque Stelle «ho sentito con le mie orecchie, più volte, insulti sessisti pesanti rivolti alle ministre».

Ognuno quindi si occupi delle proprie travi, grillini inclusi, perché «quando il livello si abbassa troppo, poi è difficile stabilire dove sta il limite». L'ultima battuta, citando Renzi, è per chi nel Pd si agita contro di lui: «Il mostro di Lochness non esiste quindi neppure il mostro Verdini. C'è Verdini».

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