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È corsa tra due donne: la Todini in vantaggio. Ma De Vincenti spera

I nomi per il dopo Guidi. Sbloccata la nomina di Scalfarotto (Pd) come sottosegretario del Mise

Claudio De Vincenti in una recente immagine
Claudio De Vincenti in una recente immagine

Roma - Una cosa è certa, al di là delle legittime ambizioni personali dei singoli, Matteo Renzi vuole confermare il suo come il governo «più rosa» della Storia repubblicana. Ne consegue che si sta orientando a sostituire Federica Guidi con un'altra donna.

E salgono le quotazioni di Luisa Todini, al momento presidente di Poste Spa. Che ha il vantaggio, quantomeno, il liberare una posizione che pesa quasi come quella di un ministro. Non a caso, gira voce che proprio un ministro in carica abbia in passato fatto più di un pensiero di traslocare a Poste, con i buoni uffici di Comunione e liberazione (pur essendo del Pd). E per restare in materia, sembra che la Todini abbia trovato sponde al di là del Tevere pur di raggiungere il ministero di Via Veneto.

Competitor della Todini, e sua opposto, Teresa Bellanova. Se la Todini è espressione del pianeta imprenditoriale, la Bellanova ha un'estrazione sindacale. È da poco approdata al ministero dello Sviluppo economico, proveniente dal Lavoro. Pertanto ha fin qui seguito vertenze industriali complesse.

Da anni, poi, il Mise è diventato una sorta di «sportello» di finanziamento pubblici. Ma lo «sportello» ha poca autonomia se non dialoga con chi detiene la cassa. Ne consegue che al ministero dell'Economia preferirebbero interloquire con la Bellanova che con la Todini; convinti di poterla guidare nei meandri della contabilità pubblica. Per carattere ed esperienza, al contrario, il presidente di Poste potrebbe rappresentare un pungolo per il ministero dell'Economia se approdasse al Mise.

Sembrerebbero in discesa le quotazioni di Antonella Mansi e Marcella Panucci, direttore generale della Confindustria: entrambe troppo ingombranti. In qualche corridoio romano si fa anche l'ipotesi di Marta Dassù, già sottosegretario agli Esteri con Monti e Letta. Contro di lei ci sarebbe, però, la circostanza di essere stata consigliere per la politica estera di Massimo D'Alema quand'era presidente del Consiglio. L'unico «maschietto» con qualche possibilità di diventare ministro dello Sviluppo economico è Claudio De Vincenti. Renzi, però, non saprebbe come sostituirlo da sottosegretario alla presidenza. Pertanto è assai probabile che resti a Palazzo Chigi; magari assorbendo una parte delle vertenze economiche più complesse.

«Sbloccata» ieri la nomina di Ivan Scalfarotto a sottosegretario del Mise già annunciata a gennaio ma rimasta in sospeso. FRav

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