Roma - Mobilitarsi per mostrare che il vento di centrodestra soffia forte nel Paese e che il Nord sta voltando le spalle al Partito Democratico. Ma anche lavorare sul territorio per fare concorrenza alla Lega sul terreno del federalismo, entrato ormai saldamente nel dna del partito azzurro.
La campagna «autonomistica» di Forza Italia è ufficialmente partita. Ieri Alessandro Cattaneo, responsabile dei comitati azzurri per il referendum per l'autonomia della Lombardia (analogo referendum si terrà in Veneto) ha incontrato insieme a Mariastella Gelmini i rappresentanti del territorio per pianificare i vari appuntamenti che copriranno tutte le province lombarde. È stata prevista una «gazebata» il 30 settembre e un grande evento il 14 ottobre.
L'intenzione è quella di lanciare un messaggio forte con il rilancio del federalismo fiscale da sempre sostenuto dai governi Berlusconi. «Vogliamo dare più risorse a chi amministra bene. In questo senso la Lombardia ha un residuo fiscale record in Europa. Non si vuole togliere la solidarietà nazionale, ma permettere a chi lavora bene di avere più risorse per fare ancora meglio. In tal modo in Italia si potrà dare alle regioni più autonomia, più responsabilità e di conseguenza maggiore efficienza al Paese» spiega Cattaneo. Il motto è «Lombardia autonoma, Italia più forte. L'idea è che la regione possa fare un passo in avanti per trainare gli altri».
La tesi secondo cui il referendum sarebbe un esercizio fine a se stesso viene smentita con decisione, perché «un conto è presentarsi a Palazzo Chigi chiedendo autonomia in base al terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione con una mozione del consiglio regionale, un conto è farlo con una investitura popolare ad hoc». «Chiamandomi Cattaneo, non posso che essere un federalista convinto. È arrivato il momento di introdurre un meccanismo fiscale virtuoso, equo. Il principio deve essere uno: si spende ciò che si ottiene dai cittadini». E non si tratta di improvvisare o tirare fuori cilindri dal cappello perché, come ricorda Cattaneo, «i manifesti 6x3 di Maroni nel 2013 recavano la promessa di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia».
Naturalmente la battaglia referendaria avrà una proiezione importante in vista sia delle Regionali lombarde, sia delle Politiche. Il centrodestra si mostra compatto, con Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Alternativa Popolare schierati con decisione a favore della consultazione. Per gli azzurri in particolare è un'occasione per rilanciare dal basso il federalismo. Dopo la riforma bocciata dagli italiani, già si tentò con Renato Brunetta la strada delle macroregioni, progetto caro anche a Stefano Caldoro. Ora ci si muove su un format, quello del referendum, che nel tempo potrebbe essere allargato anche ad altre regioni, in un progetto di responsabilizzazione successiva.
Inoltre il discorso autonomistico-referendario verrà legato anche alla questione immigrazione. Gli enti locali devono avere il diritto ad avere una voce più forte ed essere messi nelle condizioni di poter dire la loro. Senza subire le scelte di Roma su una materia che tanto va a pesare sui loro cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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