"Così il governo regala a Md il futuro della magistratura"

Il senatori Fi contro l'emendamento che premia gli stage: "Corsia preferenziale inaccettabile. È meglio il concorso"

"Così il governo regala a Md il futuro della magistratura"

Uno schiaffo al Senato. E, soprattutto, un grimaldello voluto da Magistratura democratica per cambiare la composizione della magistratura italiana, creando una corsia preferenziale per chi si può permettere le università dove i voti vengono dispensati più generosamente. Francesco Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia del Senato, punta il dito contro un emendamento che la maggioranza ha infilato senza clamore nel decreto legge sulla Pubblica amministrazione, che questa settimana affronta l'esame dell'Aula.

Di cosa si tratta?

«È l'emendamento che il presidente della commissione Giustizia della Camera, onorevole Ferranti (Donatella Ferranti del Pd, ndr ) ha inserito nel testo, riproponendo una norma che già un anno fa era stata inserita nel cosiddetto “decreto del Fare” e che il Senato aveva bocciato con larghissima maggioranza. Come se niente fosse, e come se il parere del Senato non contasse già più nulla, viene riproposto oggi. Ecco in che considerazione tengono il Senato. Lo trovo francamente... cerco di trovare una parola educata... singolare».

Cosa prevede l'emendamento Ferranti?

«Che venga creata di fatto una corsia preferenziale per l'ingresso in magistratura. È una richiesta che una parte dell'associazione dei magistrati fa da tempo, e che era rimasta inascoltata».

In magistratura si entra con il concorso per uditore giudiziario, famoso per essere tanto affollato quanto difficile. Come può esistere una corsia preferenziale?

«Semplice. L'emendamento prevede che in sede di concorso vengano riconosciuti tre punti in più ai candidati che hanno svolto gli stage presso gli uffici giudiziari e presso l'Avvocatura dello Stato. Quando, come spesso accade, gli idonei sono più dei posti disponibili, il punteggio diventa decisivo. Tre punti non sono pochi, perché storicamente la parte “bassa” della classifica è pigiata nello spazio di uno o due punti. Tre punti fanno la differenza tra diventare magistrato e restare fuori. Una vergogna».

Si potrebbe obiettare che lo stage in Procura o in Tribunale è altamente formativo.

«Sa come si entra a fare quegli stage? Unicamente in base al voto di laurea. Gli stagisti vengono scelti personalmente dai capi degli uffici guardando come sono usciti dall'università. È questo il guaio. Perché tutti sanno che i voti di laurea cambiano da ateneo ad ateneo. Il 110 e lode di una università vale il 107 di un'altra. Finora, a rendere tutti uguali c'era il concorso dove le condizioni erano uguali per tutti, e alla fine era scelto non chi aveva il libretto più bello ma chi aveva le conoscenze più approfondite. L'emendamento stravolge questa condizione di parità».

Chi sarà ad avvantaggiarsi del canale preferenziale?

«È presto detto: non i più meritevoli, ma i più ricchi. Per la grande maggioranza delle famiglie, è già uno sforzo considerevole mantenere i figli durante l'università. Qui si premiano invece quelle poche famiglie in grado non solo di fare studiare il figlio ma di scegliersi la facoltà giusta, quella dove i voti si sudano un po' di meno. Mi domando come si possa oggi, davanti a giovani che premono per entrare nel mondo del lavoro, mandare il messaggio che il merito non conta».

A qualcuno tra le toghe fa comodo che i nuovi magistrati si scelgano

così?

«Fa comodo a molti, tanto che la Associazione nazionale magistrati ha sempre premuto in questa direzione. E all'interno dell'Anm i più determinati sono stati da sempre gli esponenti di Magistratura democratica».

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