Il Covid spinge la contraffazione online. E a pagare dazio è anche il made in Italy

L'efficacia e la tutela del made in Italy passa per la lotta alla contraffazione

Il Covid spinge la contraffazione online. E a pagare dazio è anche il made in Italy

L'efficacia e la tutela del made in Italy passa per la lotta alla contraffazione. E mai come negli ultimi due anni, complici i lockdown dovuti all'emergenza Covid, la crescita degli acquisti online ha lasciato anche spazio al proliferare del mercato della contraffazione: il 56% dei sequestri doganali è frutto di e-commerce. E in questo contesto, nel 2021, sono stati bloccati sei milioni di account. In Italia la chiave per sconfiggere la contraffazione, soprattutto nell'ambito del settore del lusso, si sviluppa con l'avvio di azioni legali congiunte tra piattaforme e-commerce e brand.

Ma si inizia a battere anche una via che persegue la crescente responsabilizzazione degli Internet service provider, come spiega l'avvocato Ida Palombella, partner Deloitte legal: «Per combattere la contraffazione online e difendere il made in Italy possiamo agire su tre livelli: legale, tecnologico e di comunicazione e sensibilità sociale. A livello legale è necessario rafforzare la relazione con le autorità competenti affinché questi reati siano percepiti sempre più come socialmente pericolosi e collegati a fenomeni di crimine organizzato e gli strumenti legali che esistono siano resi effettivi. In altre parole, gli strumenti, le norme e le procedure ci sono, ma bisogna in molti casi rafforzare i rapporti tra marchio e autorità competenti». Nondimeno un'arma vincente è la tracciatura tecnologica del prodotto che può essere costituita da un certificato digitale. «È il caso di alcuni orologi di pregio che lo portano sempre con sé e accompagnano anche la vendita dell'usato precisa Palombella. Peraltro, potenziando le tecnologie tipo blockchain che blindano la tracciatura del prodotto, viene certificata l'originalità senza possibilità di errore, in primis per chi acquista». In Italia dal 2019 è stata istituita la giornata della lotta alla contraffazione, in collaborazione con Mise e Miur che «dovrebbe soprattutto aiutare l'ambito della giusta comunicazione e rafforzare la sensibilità sociale al fenomeno sottolineandone dannosità per la società considerando che aggiunge l'esperta di Deloitte legal - alimenta crimine organizzato, evasione fiscale, lavoro nero e tutto ciò che va contro i valori della sostenibilità ambientale e sociale e del comparto moda come settore trainante del sistema Italia e della nostra economia e ruolo nel mondo.

Comprare un prodotto contraffatto vuol dire contribuire a danneggiare il made in Italy, bisogna che i consumatori ne siano sempre più consapevoli». Secondo l'Ocse il commercio globale di prodotti in violazione di marchi registrati in Italia supera i 32 miliardi, pari al 3,6% delle vendite totali della produzione italiana nei settori colpiti.

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