Roma - Il lavoro cresce in agosto, ma solo quello con caratteristiche molto estive: contratti a tempo, tante donne e tanti giovani. Gli ultimi dati Istat sull'occupazione sono stati salutati dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan come l'effetto del Jobs Act. Cioè della riforma del governo di Matteo Renzi che puntava a incentivare il lavoro a tempo indeterminato. La verità è che, di mese in mese, il mercato sta premiando proprio l'altro tipo di lavoro, quello precario, a tempo determinato. Senza contare che - cosa che in realtà non dovrebbe sorprendere - proprio per questo sta crescendo l'occupazione femminile e giovanile.
I dati provvisori di agosto diffusi ieri dicono che gli occupati dovrebbero crescere dello 0,2% rispetto a luglio. Sono 36mila occupati in più. Crescita, spiega l'istituto di statistica, «interamente dovuta alla componente femminile, mentre per gli uomini, dopo l'incremento dei due mesi precedenti, si registra un calo». L'occupazione femminile si attesta al 48,9%, il massimo dal 2003. Poi «aumentano i dipendenti a termine, sostanzialmente stabili i permanenti». Anche nel periodo giugno-agosto, a crescere sono «quasi esclusivamente» i lavori a termine. Questo significa, in primo luogo, che la riforma del lavoro del governo di centrosinistra ha mancato il suo obiettivo. In secondo luogo, che forse va bene così. Il problema in Italia, più che il lavoro precario, è un bassissimo tasso di occupazione femminile e giovanile. Ad agosto, mese dei «lavoretti» per eccellenza, la situazione è migliorata.
Altro dato interessante è che c'è stato un aumento dell'occupazione in tutte le classi di età, tranne quella dei 35-49 enni. La generazione della crisi, penalizzata dal calo della demografia e schiacciata tra gli ultra 50enni, bloccati al lavoro dalle ultime riforme previdenziali, e quella dei giovani, sempre più precari. Tendenza che è chiara se si confrontano dati su base annua. Gli occupati sono aumentati dell'1,6%, più 375mila. La crescita interessa uomini e donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+417mila, di cui +350mila a termine e +66mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-42mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+354 mila), ma crescono anche i 15-34enni (+167 mila), mentre calano i 35-49 enni (-147 mila).
Come di consueto quando escono gli aggiornamenti Istat sul lavoro sono arrivate letture di segno opposto. Per il premier Paolo Gentiloni, «il messaggio è che siamo in un ciclo positivo che va rafforzato e incoraggiato». È «interessante» il dato sull'occupazione femminile e sulla riduzione della disoccupazione giovanile. Padoan ha detto che i dati «sono incoraggianti, è un risultato che va ascritto alla crescita e al rafforzamento del mercato del lavoro. I risultati del jobs act sono lusinghieri». Sulla stessa linea il segretario Pd Matteo Renzi: «Il jobs act funziona. Non serve darci ragione sul passato: dateci ascolto sul futuro». Nessun cenno al fatto che il jobs act è stato approvato proprio per evitare uno scenario come quello descritto dall'Istat.
«Perché Matteo Renzi nelle sue dichiarazioni omette di dichiarare che presunti nuovi posti lavoro sono 97% precari o magari solo di poche ore?», è infatti il commento di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Il mercato del lavoro è ormai più un tema da storytelling che da statistiche.
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