La crociata dei partigiani: difendere ladri e rapinatori

L'Anpi invoca la resistenza contro il decreto Sicurezza: "Stravolge la Carta". Salvini: "Sognano le bandiere rosse"

La crociata dei partigiani: difendere ladri e rapinatori

I «partigiani» fanno la resistenza civile al decreto sicurezza del ministro Salvini. Era inevitabile che l'onnipresente Anpi si facesse sentire e infatti l'Associazione nazionale partigiani ha sentito il bisogno di pubblicare una nota durissima sulle nuove norme in materia di immigrazione clandestina, rimpatrio per chi commette reati, spacciatori, parcheggiatori abusivi, mafiosi e stalker, anche se non riguardano strettamente i temi di cui, per statuto, dovrebbe occuparsi l'Anpi («far valere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese», «tutelare l'onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione» etc).

Ma siccome l'Anpi più che un'associazione di reduci è ormai un'entità politica che non perde occasione per entrare nel dibattito, ecco stracciarsi le vesti per la Costituzione messa in pericolo dal pacchetto di nuove regole previste dal decreto. «Con l'approvazione del decreto Sicurezza si stravolge di fatto la Costituzione e l'Italia entra nell'incubo dell'apartheid giuridico - tuona il presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo - È davvero incredibile che sia accaduto un fatto simile, che sia stato sferrato un colpo così pesante al diritto di asilo, all'accoglienza, all'integrazione. A un modello che ha portato ricchezza e convivenza civile a quelle comunità che hanno avuto la responsabilità e il coraggio di sperimentarlo». Segue accorato appello alla popolazione democratica italiana a mobilitarsi, con ogni mezzo, per fermare la deriva autoritaria, in una riedizione della lotta di liberazione partigiana ma stavolta contro Salvini. «Non si può restare inerti. Non ci si può rassegnare a questo declino, alle pratiche ignobili contro la vita e la dignità dei migranti cui dovremo assistere. Facciamo appello alle coscienze delle cittadine e dei cittadini: che l'indignazione sia permanente, che non manchi occasione di riempire piazze e strade per un'Italia autenticamente umana. È ora di una straordinaria assunzione di responsabilità. Di organizzare una resistenza civile e culturale larga, diffusa, unitaria». L'Anpi fa appello anche al M5s, all'ala che fa capo al presidente della Camera Roberto Fico insofferente all'asse con la destra salviniana. Sulla stessa linea del fronte ci sono le Ong di Terre des Hommes e la Cgil (Camusso: «Il decreto sicurezza ci dice che non serve l'accoglienza ma carceri a cielo aperto nel nostro paese»). E ovviamente anche le associazioni che lavorano con gli immigrati, da Action Aid a Emergency, Save The Children Italia, Acli, A Buon Diritto e altre che parlano di «legge pessima» che aumenterà «ingiustizie e razzismo». Anche il Pd si attiva contro il decreto, con Martina che sogna un referendum per cancellarlo, anche se sui referendum non portano fortuna ai democratici.

Non sembra che il ministro dell'Interno sia però scosso dalla mobilitazione a sinistra. «I nostalgici delle bandiere rosse parlano di incubo e invocano la resistenza civile. Che paura! L'incubo erano i governi della sinistra, cacciati dagli italiani. Ora tornano finalmente ordine e rispetto. La pacchia è strafinita!» risponde sui social Matteo Salvini. Che poi domanda: «Quelli che stanno commentando il decreto sicurezza, lo hanno letto? È un testo che contiene più diritti per i rifugiati.

Ovviamente ce sono meno per i rifugiati finti, per i molestatori e gli spacciatori. Io voglio semplicemente mettere le regole». Esulta il premier Giuseppe Conte: «Un altro pezzo del contratto di governo è stato realizzato. Proseguiamo così».

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