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"Cultura di destra? Tutta nazista": il delirio di Flores d'Arcais

Il direttore di MicroMega in un'intervista definisce la cultura di destra "una contraddizione in termini" e aggiunge "Con Meloni e Salvini a rischio la Costituzione”. È la crisi della sinistra che per esistere attacca la destra

"Cultura di destra? Tutta nazista": il delirio di Flores d'Arcais

Passi Scanzi che non è certo noto per il proprio contributo alla cultura italiana ma se anche un intellettuale come Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micro Mega, si lascia andare a dichiarazioni stereotipate e offensive nei confronti della cultura di destra, significa che nel mondo culturale della sinistra esiste un problema. Nell’intervista rilasciata a Gianmarco Aimi su Mowmag, Flores d’Arcais pronuncia una serie di affermazioni che sono un misto di superficialità e cattivo gusto. Alle accuse rivolte al mondo politico di centrodestra con cui definisce Salvini e Meloni “proto-fascisti” che mettono “a rischio la Costituzione”, si aggiungono gli attacchi alla cultura di destra definita “tutta nazista” e una “contraddizione in termini”. Non ripeteremo l’elenco di intellettuali di destra realizzato da Alessandro Gnocchi pochi giorni fa sulle pagine de “Il Giornale” ma è necessario provare a comprendere il motivo per cui, nell’ultimo periodo, si sono intensificati gli attacchi alla cultura di destra con una tale virulenza. Una certa sinistra è da sempre ossessionata dalla politica di destra ma che ciò si trasli anche alla cultura, è significativo di una preoccupazione nei confronti di un mondo che non solo è cresciuto con la nascita di case editrici, associazioni, riviste online e con un’importante attività nei territori ma ha iniziato a fare sistema creando collaborazioni e sinergie. La destra è da sempre accusata di nutrire un “complesso di inferiorità” verso la sinistra, in realtà ad oggi la situazione sembra essersi invertita e il mondo culturale di sinistra, pur senza ammetterlo apertamente, guarda con malcelata invidia alla coerenza che la destra ha saputo mantenere conservando una propria forte identità.

A fronte di una sinistra “che non esiste più” (Floris d’Arcais dixit), la destra non solo è viva e vegeta ma cresce nei consensi e nella riscoperta di un panorama culturale e storico che, al netto di quanto dicono alcuni intellettò, è florido e di grande spessore. Una vitalità della cultura di destra che genera preoccupazione da parte di chi si ritiene detentore dell’egemonia culturale. Eppure, un sano confronto tra diverse tradizioni culturali, sarebbe non solo utile ma anche costruttivo e il mondo progressista potrebbe giovare da un dialogo con pensatori, autori e personalità con una diversa storia alle spalle. Affinché vi possa essere uno scambio di idee, occorre però un rispetto reciproco che non sempre esiste da parte di una certa intellighenzia. Rispettare una cultura di stampo conservatore, cattolico, identitario, significa metterla sullo stesso piano di tradizioni ascrivibili a un’area culturalmente opposta. Per farlo è necessaria un’onestà intellettuale del tutto assente nel caso di numerosi pensatori che continuano a utilizzare toni e un registro linguistico analogo agli anni Settanta che rischia di attualizzare uno scontro di cui non si sente il bisogno. Significative le parole di Flores d’Arcais sugli arresti degli ex terroristi in Francia: “la lotta al terrorismo fu fatta calpestando i diritti degli imputati” attraverso “episodi di vera e propria tortura” con “i vertici di molti organismi dello Stato che erano piduisti”.

Invece di attaccare in modo ossessivo la destra, il mondo culturale progressista dovrebbe essere aiutare la sinistra a riscoprire l'identità smarrita che non si ritrova certamente demonizzando un avversario politico e culturale ancora oggi considerato un nemico e non un leale avversario.

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