De Luca, il Pd campano sfida Renzi

RomaÈ pieno caos istituzionale al vertice della Regione Campania. Dopo la decisione di Vincenzo De Luca e del Pd campano di rinviare il primo consiglio regionale e la nomina della giunta - fissata per oggi - a data da destinarsi, l'istituzione di Palazzo Santa Lucia è in una situazione senza precedenti. Non ha un presidente, il governatore uscente ha cessato le sue funzioni, non c'è un commissario governativo né un consiglio regionale nel pieno delle sue funzioni. Un assoluto vuoto di potere.

L'intenzione di De Luca è quella di puntare a un pronunciamento d'urgenza, ex articolo 700, presso il tribunale civile ordinario, una «sospensione della sospensione» fino al pronunciamento della Consulta previsto per l'autunno. Lo Statuto prevede che la prima seduta del Consiglio debba essere convocata obbligatoriamente entro 20 giorni dalla proclamazione del presidente da parte della Corte d'Appello. Inizialmente si riteneva restassero 14 giorni a disposizione, mentre pare che il termine sia più stretto e ci siano solo 12 giorni e la deadline scatti il 10 luglio. Se il Tribunale non si pronuncerà entro quella data scatterà l'«ora X»: quella della nomina di un commissario ad acta che dovrà condurre la Campania a nuove elezioni, probabilmente a novembre.

De Luca punterà sulla recente decisione del Tribunale di Napoli che ha accolto il ricorso del sindaco Luigi de Magistris contro la sospensione dalla carica disposta in base alla legge Severino. Le due situazioni, però, sono molto diverse perché quando de Magistris venne eletto la Severino non c'era.

Se la partita giuridica è delicatissima, lo è altrettanto quella politica. Il Pd campano è schierato con il governatore, finito in questo intricato limbo giuridico. I rapporti tra De Luca e Matteo Renzi sono, invece, freddissimi. Raccontano che l'ex sindaco di Salerno si dica sconcertato e sorpreso per la decisione assunta dal Consiglio dei ministri e per una interpretazione ortodossa e pedante della Severino. Tra i due non c'è stato alcun contatto telefonico. E i toni da una parte e dall'altra sarebbero accesi. In particolare De Luca avrebbe deciso di cambiare rotta quando ha saputo che al Dpcm con cui il premier ha proceduto alla sospensione non è stato allegato il parere dell'Avvocatura dello Stato. Il documento - che conteneva un sostanziale via libera alla formazione della giunta - avrebbe potuto rappresentare l'ancora a cui aggrapparsi per procedere alla nomina della sua squadra, lo scudo con cui difendersi dalle possibile denunce per usurpazione di potere politico, reato che prevede il carcere da 6 a 15 anni.

Lo scontro Renzi-De Luca non viene certo vissuto con serenità nel centrosinistra campano dove si teme una «corsa verso il precipizio». Il centrodestra, invece, oggi si ritroverà a Palazzo Santa Lucia con i parlamentari eletti in Campania e con i neoconsiglieri per una conferenza stampa. «La Campania è nel pantano, complimenti Renzi» dice Mara Carfagna. Sono previste manifestazioni di protesta e raccolte di firme per il ritorno alle urne.

Ma la polemica si appunterà anche sull'inedita «sconvocazione» del Consiglio effettuata dal consigliere anziano (Del Pd) Rosa D'Amelio «per consentire gli opportuni approfondimenti sugli effetti del Dpcm». Una mossa considerata grave e illegittima dalle opposizioni.

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