Il decreto Di Maio già slitta L'affondo di Confindustria

Si allungano i tempi per l'esame del dl Dignità in Aula Boccia: «Costeranno di più contratti e licenziamenti»

L'obiettivo è quello di chiudere prima della pausa estiva. E così mentre alla Camera prosegue l'esame del Dl Dignità in Commissione, il Senato batte un colpo e fissa la discussione da lunedì 6 agosto fino a venerdì 10 agosto. Tempi quindi serrati ma non troppo per la discussione attualmente in corso a Montecitorio.

Il nodo del calendario, comunque, è tutt'altro che sciolto. Ieri sera alle 20 alla Camera è stata convocata una conferenza dei capigruppo nella quale è stato sostanzialmente preso atto della necessità di allungare i tempi della discussione a causa del rallentamento dei lavori in Commissione. Quindi chiusura non più entro il weekend, ma entro la prossima settimana. L'avvio dei lavori d'aula, inizialmente previsto per ieri, è slittato a giovedì e infine fissato a lunedì con le votazioni finali giovedì 2 agosto.

Nell'esame di merito finora ci sono state solo micro-modifiche. Quelle che non mancano sono le polemiche, esterne e interne al Parlamento. Il sasso lo lancia Confindustria che torna all'attacco. «Senza polemica, devo dire che il decreto dignità è antitetico al contratto di programma, che verte su due elementi, reddito di cittadinanza e flat tax. Invece si aumenta il costo dei contratti a tempo determinato e il costo dei licenziamenti» dice il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia al Giffoni film festival intervistato da Paolo Liguori. «Sarebbe bello capire anche dagli esponenti della Lega cosa ne pensano in merito alla flat tax, perché i cittadini la somma algebrica delle tasse la sanno fare». Come Confindustria «noi vorremmo contribuire con le nostre spiegazioni economiche a raggiungere gli obiettivi politici del governo. Quindi abbiamo segnalato alcuni miglioramenti al Dl Dignità che eviterebbero di creare ansia nel mondo delle imprese e aiuterebbero a raggiungere proprio quei fini che il governo si pone, con il decreto, in merito ai contratti a termine e alla delocalizzazione. Bisogna abituarsi alle critiche in questo Paese. Detto questo, è evidente che non è con un decreto Dignità che si fa un salto di qualità nell'economia del Paese. È una parentesi. Da qui ad arrivare a settembre con il decreto di bilancio e il nodo risorse è un'altra partita», conclude Boccia. Confagricoltura, invece, plaude alla reintroduzione dei voucher in agricoltura, ma chiede di fare presto «perché circa la metà dei voucher in agricoltura viene impiegata per la vendemmia che quest'anno parte con gli inizi di agosto mentre sono già in piena attività le raccolte di ortaggi e frutta». Sul fronte politico tanto Forza Italia quanto il Pd continuano a denunciare l'effetto boomerang del decreto, ribattezzato «decreto disoccupazione». «Il vero tema di oggi è uno solo: le imprese stanno licenziando, ci sono già ragazzi che non hanno più lavoro da quando è entrato in vigore questo decreto» dice Graziano Delrio. E il Pd denuncia il caso dei precari Nestlè di Benevento che rischiano di non vedersi confermare il contratto con la nuova normativa. Dietrofront dei dem, invece, sull'ormai famoso emendamento contro l'aumento degli indennizzi.

Prende quota, invece, il via libera da parte della maggioranza all'emendamento depositato dall'azzurro Simone Baldelli, come assicura il vice ministro dell'Economia, Laura Castelli. «La possibilità di compensare debiti e crediti con la Pubblica amministrazione ci sta davvero a cuore, vedremo di inserirla».

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