Roma Di Antonio Megalizzi, il 29enne giornalista italiano il cui destino ha incrociato la cieca follia omicida di Cherif Chekkat, si è scritto molto in questi giorni. La sua storia, la storia di un ragazzo del Sud emigrato con la famiglia a Trento dove ha coltivato i suoi studi e una sincera passione per il giornalismo e il sogno europeo ha colpito l'immaginazione di tutti.
Megalizzi si trovava nella città francese come volontario per Europhonica, format radiofonico universitario internazionale che segue le attività dell'Europarlamento. Faceva la spola tra l'università di Trento, Rovereto dove lavorava per Radio 80 e Strasburgo dove seguiva le sessioni plenarie del parlamento Ue. Inevitabilmente tra le righe del racconto della vita di questo ragazzo è emersa qualche etichetta politica. Emma Bonino nel ricordarlo con passione lo ha definito «un eroe europeo». «Antonio raccontava da vicino e con passione le istituzioni e la politica, aveva una vera e propria passione per la democrazia europea». Per questo si era avvicinato al suo movimento «+Europa»? «Era diventato uno dei nostri, e come lui sono tantissimi i ragazzi appassionati in tutta Europa che ci seguono».
Megalizzi faceva anche parte di «TrentinoEuropa», associazione guidata da Elisa Filippi, dirigente del Pd. Sabato scorso era a Trento a distribuire volantini per l'associazione. «Stavamo collaborando per far conoscere l'Ue in Italia, al di là delle etichette politiche», le parole della Filippi. Il giovane ricercatore era fidanzato con Luana Moresco, esponente di Forza Italia, vicina a Micaela Biancofiore. «Sono particolarmente affezionata a Luana e in lei e Antonio ho sempre colto la passione per l'Europa, per la libertà e la democrazia» dice Biancofiore. «Di lui avevo apprezzato l'attenzione verso Luana che aveva seguito in tutta la campagna elettorale senza lasciarla un secondo. Era un ragazzo dai principi importanti, è una fortuna averlo conosciuto». Moresco è un nome conosciuto in Trentino: il padre è il direttore dell'azienda di catering Moresco Group Service e proprietario del ristorante Da Pino. E qui Megalizzi aveva conosciuto Antonio Tajani di cui era un ammiratore.
«Megalizzi era un bravo giornalista» ricorda il presidente del Parlamento europeo, «mi ha intervistato più volte, mi raccontava i suoi sogni, voleva raccontare l'Europa che amava». Un amore senza etichette a cui il destino e una follia omicida hanno sottratto la giovinezza e il futuro.
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