Diamanti, zaffiri e smeraldi L'Alta moda è un gioiello

Dato per certo il passaggio dello stilista di Givenchy a Versace. Il (più) prezioso di Chopard è da 342 carati

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Parigi Si è chiusa ieri a Parigi la più concitata e straniante tornata di sfilate dell'alta moda francese. Il termine è inesatto perché su 28 nomi in passerella solo 10 sono made in France e anche lì non scorre solo acqua della Senna visto che il direttore artistico di Chanel è un magnifico tedesco come Karl Lagerfeld e da Dior brilla l'intelligenza e la creatività della nostra Maria Grazia Chiuri. Noi italiani registriamo ben otto nomi in calendario compreso quello di Givenchy al momento diretto da Riccardo Tisci che sembra proprio sul punto di trasferirsi da Versace dove dovrebbe ricostruire con Donatella un invincibile tandem stilistico come quello che la bionda signora del made in Italy costituiva con il fratello Gianni. La voce ci è stata confermato da più fonti e guarda caso la couture di Givenchy per la primavera estate 2017 è stata presentata in coda alla sfilata uomo della settimana scorsa e in forma statica l'altra sera alle sole clienti. Stessa cosa ha fatto Versace per la collezione Atelier: 20 capi d'incredibile bellezza mostrati per tre giorni di fila su appuntamento nella boutique di Avenue Montaigne. Nel frattempo il rarefatto mondo dell'alta moda francese registra un'invasione di cinesi sia come clienti sia come designer. Il caso più eclatante è quello di Guo Pei, una signora di Pechino che dal nulla ha aperto un atelier con 500 sarte. «Da loro 500 sono come dieci da noi» dicono sprezzanti i francesi, ma intanto l'altra sera Guo Pei ha sfilato alla Conciergerie (il palazzo in cui fu imprigionata Maria Antonietta) con modelli senza capo né coda ma comunque ricchissimi e indossati da top model come Carmen Dell'Orefice.

Gaultier ha fatto il suo solito spettacolino di bei tailleur pantaloni, stupendi trench, vestiti da sera ben tagliati e oneste gag di passerella tipo la sposa portata in carriola invece che sul buon vecchio cocchio. I giochi si sono chiusi ieri con le presentazioni dell'alta gioielleria. Indimenticabile la collezione Chopard creata grazie allo straordinario ritrovamento di un diamante, The Queen of Kalahari, perfetto e puro da 342 carati, un'enormità. Caroline Scheufele, anima creativa e visionaria della maison, l'ha fatto tagliare in 23 pietre (cinque di queste superano i 20 carati) con cui ha composto la parure più bella e preziosa del mondo. Si tratta di sei gioielli che passeranno alla storia come «Jardin de Kalahari»: un sublime girocollo cui si può innestare un fiore di diamanti che diventa a sua volta il punto d'attacco di tre preziosissimi pendenti con le pietre più grandi del Jardin. Ognuno di questi può essere indossato da solo, ma l'opzione completa toglie il fiato. In più ci sono gli orecchini (a loro volta trasformabili) un bracciale manchette, due anelli e uno straordinario orologio segreto. Anche Giampiero Bodino punta sui gioielli che danno l'ora se così possiamo chiamare tre capolavori che nascondono altrettanti orologi visibili solo a chi li indossa. Tanto per dare un'idea nel modello primavera c'è un diamante giallo da 1,45 carati, zaffiri rosa, smeraldi e brillanti bianchi, gialli, cognac e grigi.

In Rosa dei venti c'è invece uno smeraldo da 11,49 carati, rubini, smeraldi, zaffiri e diamanti. Mosaico ha solo diamanti e spinelli neri, ma la perfezione del meccanismo e dell'incastonatura ha tutti i colori della poesia del fare.

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