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Dirigenti radicali contestano Putin: fermate vicino al Quirinale

Silvja Manzi e Antonella Soldo, segretaria e presidente di Radicali italiani, hanno provato a contestare Putin a Roma, dispiegando la bandiera dell’Unione europea e mostrando la scritta sulla coscia "Dictators are not welcome in Europe"

Dirigenti radicali contestano Putin: fermate vicino al Quirinale

Nel giorno della visita di Vladimir Putin in Italia c'è anche chi ha deciso di contestarlo. O almeno ci ha provato. Due dirigenti dei Radicali italiani, Silvja Manzi (segretaria) e Antonella Soldo (tesoriera), sono state fermate, perquisite e trattenute per 40 minuti dalla Polizia, vicino al Quirinale. Le due esponenti avevano scritto sulle loro cosce una frase contro Putin: "Dictators are not welcome in Europe" (i dittatori non sono benvenuti in Europa).

"Abbiamo voluto mostrare il nostro dissenso di cittadine italiane ed europee nei confronti delle politiche del presidente russo. Politiche che affascinano sempre più membri del nostro governo e delle istituzioni, che fanno a gara a mostrare la propria vicinanza al Cremlino. Basti vedere in che clima - con una città letteralmente blindata - si sta svolgendo la visita di Putin", dichiarano le due dirigenti. "Noi al contrario, vogliamo ricordare al nostro governo e alle nostre istituzioni che siamo in uno stato di Diritto e che i dittatori - quale di fatto è chi da 29 anni esercita un potere indiscusso sulla Russia- non sono i benvenuti. Dedichiamo questa manifestazione e questo fermo di polizia ad Antonio Russo, Anna Politkovskaja e a tutti i giornalisti e i dissidenti uccisi dal regime russo", concludono Manzi e Soldo.

"Oppositori politici, giornalisti indipendenti, militanti dei diritti umani e civili - aggiunge la Manzi - sono ormai centinaia le vittime (fisiche!) della furia delirante di Putin. Il suo Paese è allo stremo, l'economia in pezzi. Il suo disegno di destabilizzazione dell'Unione europea è evidente. L'influenza nelle politiche anche elettorali dei paesi occidentali è chiara. L'utilizzo militare dell'informazione pure. L'occupazione militare dei confini anche. Eppure, Putin è considerato un partner privilegiato da chi ci governa, e viene guardato come un modello. Se questo non avesse risvolti preoccupanti per i nostri destini, sarebbe addirittura comico".

"Ma, prima che sia troppo tardi - avverte la segretaria di Radicali italiani - sarebbe bene comprendere che sviluppo e benessere, crescita economica e sociale, tutela dei diritti personali e delle libertà economiche, possono avvenire solo all'interno di confini chiaramente democratici. Il populismo che tanto affascina, pare, gli italiani, è uno specchietto per le allodole che già in passato ci ha portato al disastro.

Tutelare il nostro Stato di diritto, oggi messo seriamente a rischio dalle scellerate politiche del nostro governo, è la prima necessità -conclude- per evitare di sprofondare in un baratro che oggi si comincia a vedere".

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