Disabili, asili, sicurezza: i soldi per salvare l'Unità si potevano spendere così

Lo Stato si è fatto carico di 125 milioni di debiti dei Ds e del loro ex giornale. Risorse tolte ai contribuenti

Disabili, asili, sicurezza: i soldi per salvare l'Unità si potevano spendere così

Roma - Quante cose si potrebbero fare con 125 milioni di euro! Ad esempio, si potrebbe praticamente azzerare il taglio (-150 milioni) al Fondo lavori usuranti, dedicato al pensionamento anticipato di coloro che operano in cave, gallerie o svolgono le loro mansioni di notte, come gli autotrasportatori. Con 125 milioni di euro si potrebbe aumentare del 50% il fondo per le non autosufficienze, destinato alla politiche di sostegno alla disabilità, che per il 2016 ha a disposizione 250 milioni. Oppure si potrebbe ridurre o addirittura annullare il taglio delle spese correnti del ministero dell'Interno relativo alla Polizia, che impatta per qualche decina di milioni sui 200 totali. Con 125 milioni di euro, infine, si garantisce per cinque anni consecutivi l'operazione «Strade sicure», ossia il pattugliamento dei centri abitati da parte dell'esercito come forma di contrasto e deterrenza alla criminalità.

Tutto questo, però, non sarà possibile almeno nell'immediato perché lo Stato ha un conto di 125 milioni di euro da saldare dei quali 107 milioni cash. Si tratta della garanzia pubblica che la legge 224 del 1998 - in pieno governo Prodi - ha esteso ai partiti politici che si facevano carico dei mutui contratti dai propri organi di stampa con le banche. E così le esposizioni della vecchia Unità dei Ds, quella che chiuse i battenti nel 2000 prima di riaprire nel 2001, sono state saldate dai contribuenti. È una storia antica che il Giornale documenta da anni relativamente alle cause intentate dalle banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Bnl e Banco Popolare le capofila) che di recente, ha rivelato il Corriere della Sera , hanno ottenuto soddisfazione.

Lo Stato ha pertanto dovuto saldare 107 milioni di euro su 125 di debiti non onoranti perché Sga, la bad bank del vecchio Banco di Napoli controllata da Bankitalia, non ha avanzato la richiesta. Ovviamente lo Stato ha presentato ricorso in appello, ma per ora il vincitore morale è il senatore Ugo Sposetti, ex tesoriere del Bottegone. Nel 1998 riuscì a inserire nella leggina quel comma ad hoc e, poi, al momento della nascita del Pd, ha liquidato gli attivi dei Ds in quattro e quattr'otto. Passando gli immobili alla cinquantina di Fondazioni territoriali del partito li ha resi di fatto impignorabili. Estintisi i Ds nel 2011 con il versamento degli ultimi contributi relativi alle elezioni 2006 e ripianato il grosso dei circa 500 milioni di massa debitoria del partito che fu di D'Alema, Veltroni e Fassino, ha chiuso i battenti. I debiti dell' Unità , pertanto, sono passati in carico ai contribuenti.

Se oggi il ddl di Stabilità prevede tagli o aggravi di spesa teoricamente evitabili, il merito si può attribuire, oltreché a Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, anche Ugo Sposetti. Per esempio, con 125 milioni di euro si sarebbero potuti evitare almeno i 100 milioni di aumento del prelievo erariale sulle videolotterie, che causeranno anche dipendenza e incitano all'azzardo, ma non per questo meritano una stangata a ogni pie' sospinto. Con 125 milioni si sarebbero potuti aumentare i fondi a disposizione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego (300 milioni), almeno per incentivare i più meritevoli come gli appartenenti alle forze dell'ordine.

Il Fondo politiche per la famiglia è stato ridotto dalla Stabilità 2016 sotto i 10 milioni di euro. Con 125 milioni di euro qualcuno avrebbe vissuto meglio, potendo contare su più asili nido o su risorse per conciliare lavoro e prole. Magari non legge nemmeno l'Unità ...

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