Il dolore di Borgosesia per Buonanno: "Era il nostro sindaco-Superman"

Lo sgomento dei cittadini nel capoluogo della Valsesia. Via alle proposte per ricordarlo: "Subito una piazza"

Il dolore di Borgosesia per Buonanno: "Era il nostro sindaco-Superman"

Borgosesia - Piazza Buonanno? Viale Buonanno? Corso Buonanno? «La burocrazia ci metterà anni, ma non ci accontentiamo di un Largo o di una piazzola, non è abbastanza per Gianluca» sospira il leghista Paolo Tiramani, assessore a Borgosesia, figlioccio politico di Buonanno, visibilmente a pezzi dopo la notte sveglio a rispondere a sms e telefonate («Una settantina, almeno»). «Ciao Gianluca» titola il giornale locale Notizia Oggi («Lo sconcerto di amici e avversari: era unico»), un paese in lutto dove ovunque, con effetto surreale, spuntano sagome di legno di Buonanno ad altezza reale, vestito da vigile che fa segno con la paletta - una delle sue mille trovate - mentre lui è morto in un incidente probabilmente senza le cinture di sicurezza, non le allacciava mai. Altra ipotesi, che non esclude la prima: un malore che gli ha fatto perdere il controllo per poi schiantarsi contro un'auto ferma sulla corsia di emergenza (non ci sono segni di frenata, si attende l'autopsia, forse un video delle telecamere di sicurezza).

Buonanno il «sindaco superman», come da manifesto all'ingresso del paese (tuta verde da supereroe, numero di cellulare: «ti risponderò personalmente, 24 ore su 24»), il «turacciolo ignorante» invece secondo Mercedes Bresso, simbolo del disprezzo della sinistra torinese verso quel bifolco di provincia. Provocatore, scurrile, clown, un metro sopra le righe. Ma prima ancora, sindaco amatissimo (e votatissimo), un marchio di garanzia in tutta la sua Valsesia, tanto da diventare sindaco e contemporaneamente assessore oppure prosindaco di tre paesi diversi per lui intercambiabili (Borgosesia, Serravalle e Varallo), e di ricevere proposte per creare «liste Buonanno» anche in paesi lontani decine di chilometri.

«Era un grande, gli volevano bene tutti, anche chi gli dava contro» dice commosso Sebastiano Lombardo, negoziante. «In classe i ragazzi oggi erano sotto choc, molti di loro giocano a calcio con Nicola» (il figlio tredicenne di Buonanno, ndr) racconta una maestra delle scuole medie di Borgosesia. Anche sui social network i «borgosesiani» lo ricordano con affetto: «Era esagerato, senza mezze misure, ma ha fatto tanto per la Valsesia, era il sindaco di tutti, quello che passava i sabati in piazza ad ascoltare i problemi dei cittadini per fare in modo di risolverli il prima possibile» racconta Michela. Le colazioni pagate (da lui) al bar nel giorno del compleanno, lo sconto sulla Tari per chi possiede animali da cortile (mangiano l'erba), e poi l'«Armata Brancaleone», come lui chiamava le persone impiegate in lavori socialmente utili (spazzini, addetti alle pulizie) in cambio di uno sconto su tasse o multe, oppure per assicurargli un reddito minimo. Anche a diversi stranieri. «Quando poteva, dava una mano chi gli chiedeva aiuto - ricorda Tiramani - poi se uno sgarrava non c'era una seconda possibilità».

«Senza Buonanno molti di noi non avrebbero fatto politica» racconta Alice Freschi, vicesindaco (Lista Buonanno, ovviamente) che ora prende il timone del piccolo Comune tappezzato dalle immagini di Buonanno, con Papa Francesco, con Sgarbi, dai suoi manifesti («Attenzione, finché sarò sindaco io TOLLERANZA ZERO!», tradotto in arabo), sotto l'ufficio con la sedia rialzata per il complesso della statura. Il suo marchio ovunque da Borgosesia a Serravalle (dove c'è ancora l'azienda di materassi creata dal padre, la Buon-flex). In attesa di piazza Buonanno.

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