Guerra in Ucraina

Cronaca di una notte in treno con Draghi, Macron e Scholz

Oltre due ore di faccia a faccia durante il viaggio verso Kiev. Oggi il vertice con Zelensky e la visita a Irpin, città simbolo degli orrori dell’armata russa

Cronaca di una notte in treno con Draghi, Macron e Scholz Esclusiva

Adalberto Signore, nostro inviato sul treno da Przemysl a Kiev - Comunque vada, è un treno che a suo modo resterà nella storia quello che questa notte ha attraversato il confine della Polonia all’altezza di Przemysl per poi arrivare, undici ore dopo, a Kiev. A bordo del convoglio ci sono Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi, i tre principali leader europei che oggi saranno nella capitale ucraina per incontrare Volodymyr Zelensky. Un faccia a faccia che sarà preceduto da una visita a Irpin, uno dei luoghi simbolo degli orrori perpetrati dalla Russia. Il treno è equamente diviso tra le tre delegazioni, con Draghi nella prima carrozza, Macron nella quinta e Scholz in coda. Tutti sono arrivati al convoglio seguendo lo stesso rigido protocollo messo a punto dai servizi d’intelligence di Ucraina, Italia, Francia e Germania: atterraggio dei rispettivi voli di Stato a Rzeszów, in Polonia, tratta in macchina e pullman fino a Przemysl, a pochi chilometri dal confine, e ultimi cinquecento metri a piedi sullo sterrato fino al treno. Il tutto in un clima di massima allerta, come testimoniano le decine e decine di batterie di Patriot che circondano l’aeroporto polacco. Il convoglio si muove verso le 22.30. E neanche un quarto d’ora dopo - preceduto dai Gis dei Carabinieri - Draghi si sposta dalla sua carrozza con destinazione centro treno. È lì, infatti, che i tre leader si incontrano per un faccia a faccia che dura oltre due ore. E al quale prendono parte solo i diretti interessati, tanto che l’ambasciatore Luigi Mattiolo - consigliere diplomatico del premier - arriverà solo un’ora dopo per un incontro a tre con i suoi omologhi. Il confronto tra i leader va avanti fino all’una di notte (anche se ormai gli orologi segnano le due, balzati avanti di un’ora per il fuso dell’Ucraina) e si conclude quando ormai il convoglio è vicino alla stazione di Leopoli. Draghi, dunque, ripercorre il corridoio a ritroso, limitandosi a un “buonasera” quando passa davanti agli scompartimenti della delegazione italiana. La diplomazia su rotaia, dunque.

Che ha evidentemente l’obiettivo di provare a smussare le differenze di vedute tra Roma, Parigi e Berlino prima dell’incontro con Zelensky (previsto prima di pranzo al Palazzo presidenziale) e delle successive dichiarazioni congiunte alla stampa (in programma per le 15). Non è un mistero che l’Italia sia su una posizione più vicina a quella degli Stati Uniti, a differenza di una Germania che ha storicamente - ed economicamente - una certa vicinanza rispetto alla Russia e con la Francia su una linea mediana (anche se dopo le elezioni Macron ha decisamente spostato l’asse verso Roma). Di questo, del via libera per l’Ucraina allo status di candidato membro dell’Ue e dell’invio di nuove armi a Kiev hanno discusso stanotte in treno i tre. Che si sono presentati all’incontro in tenuta piuttosto informale. Draghi in camicia e golfino, Macron in camicia bianca e Scholz in jeans e camicia a maniche corte. Si rivedranno a breve, quando arriveranno al Palazzo presidenziale di Kiev e poseranno per la photo opportunity. Sempre in un clima di massima sicurezza, tanto che per la conferenza stampa congiunta tutti i presenti - delegazioni e giornalisti - non potranno portare nè cellulari nè pc e sarà inibita qualsiasi immagine in diretta. Kiev - è vero - è fuori dalla portata dell’artiglieria russa e gli attacchi missilistici - che ormai arrivano in buona parte dal Mar Nero - vengono annunciati con almeno dieci minuti di anticipo.

In questi casi, però, la prudenza non è mai troppa.

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